10/05/2018

Contrattazione sociale con i Comuni bellunesi

La piattaforma approfondisce diversi aspetti dell’attività politico-amministrativa degli enti locali ed è stata discussa Cisl e Federazione dei Pensionati in 52 incontri con sindaci e assessori


Intensa l’attività di contrattazione sociale con i Comuni portata avanti dalla Cisl Belluno Treviso unitamente alla Federazione dei Pensionati Cisl Fnp e alle altre organizzazioni sindacali territoriali. Presentata lo scorso settembre, la piattaforma di contrattazione, che tocca diversi aspetti dell’attività politico-amministrativa degli enti locali, è stata discussa in 52 incontri con sindaci e assessori del Bellunese nel corso dei sette mesi successivi.
Ad oggi, 41 di questi appuntamenti con i Comuni hanno condotto alla sottoscrizione di altrettanti verbali, nei quali le amministrazioni comunali hanno tracciato le linee programmatiche condivise con le parti sociali e hanno formalizzato gli impegni per il 2018 in merito a fiscalità, politiche per la famiglia e per il sostegno alle fasce deboli della popolazione, recupero dell’evasione fiscale, politiche per lo sviluppo del territorio. Inoltre, è stato siglato un accordo provinciale e un verbale d’intesa con la Ulss 1 Dolomiti. 15 i dirigenti di Cisl e Fnp coinvolti nell’attività di contrattazione territoriale.


“La piattaforma di richieste che abbiamo sottoposto ai Comuni - spiega il segretario generale aggiunto della Cisl Belluno Treviso Rudy Roffarè - propone ai sindaci una riflessione a partire dallo spopolamento delle terre alte, un dramma rispetto al quale gli amministratori locali sono chiamati a intervenire con gli strumenti in loro possesso. Dal 2011 ad oggi la provincia di Belluno ha perso oltre 6.000 abitanti, passando da una popolazione di 210.643 nel 2011 a 204.356 nel 2018:si perde l’equivalente di 1 Comune ogni 2 anni. Ci siamo chiesti cosa possono fare i sindaci per affrontare questo problema, al quale si aggiungono i tagli ai trasferimenti statali e alla spesa socio-sanitaria e l’abbandono dei servizi sia pubblici che privati. Abbiamo monitorato i bilanci comunali e lanciato delle proposte sostenibili, che in molti casi, nel corso di questi anni, sono state accolte. Nella contrattazione appena conclusa abbiamo, ad esempio, proposto a 23 Comuni l’aumento dell’esenzione Irpef comunale. Ma quello che ci sta a cuore è soprattutto la proposta, accolta ovunque, di aderire al fondo territoriale che insieme alla Provincia stiamo costruendo. Un fondo creato per dare opportunità di rimanere nel nostro territorio con investimenti per la famiglia, per i giovani e per gli anziani. Contrattare significa contribuire alla costruzione della comunità locale, andando a incidere sul benessere della società, sullo sviluppo economico, sociale e ambientale del territorio, sulla politica dei servizi alle persone e alle aziende e sulle politiche di tasse e tariffe”.


Fra le richieste delle organizzazioni sindacali ai Comuni, l’applicazione del modello Isee per tutelare le fasce più deboli, maggiori risorse e monitoraggio costante in merito all’assistenza domiciliare e agli ambiti socio-sanitari, la razionalizzazione dei costi, l’impegno per il recupero dell’evasione fiscale e per la fusione dei Comuni.


“La maggior parte dei sindaci si è dimostrata disponibile a confrontarsi attivamente con i sindacati - afferma Rino Dal Ben, segretario generale della Cisl Fnp Belluno Treviso -. L’andamento generale della situazione di cassa è positivo, così come i risultati economici e di gestione di tutti i Comuni: nessuna amministrazione è indebitata e la spesa sociale diminuisce o incrementa in misura generalmente insignificante: la scarsità di risorse dovuta ad anni di tagli agli enti locali (-8.3 milioni) ha messo i sindaci nelle condizioni di operare in ‘difesa’, cercando di limitare i danni soprattutto per la normale gestione amministrativa e per i servizi sociali essenziali. Purtroppo i Comuni più piccoli hanno enormi difficoltà a garantire il minimo essenziale. Ecco perché occorre analizzare in maniera approfondita i bisogni dei cittadini, per concentrare le poche risorse disponibili sulla persona e sulla famiglia”.


“Dagli amministratori locali - conclude Roffarè - ci aspettiamo un riscontro maggiore rispetto alla nostra proposta di costruire insieme ‘un piano regolatore’ per lo sviluppo sociale, che risponda concretamente alle reali esigenze della popolazione con servizi mirati che aumentino l’attrattività del territorio”.