29/07/2016

"Inaccettabile ipotesi di taglio al personale delle Camere di Commercio"

PA, Sindacati: “Inaccettabile ipotesi di taglio al personale della CCIAA”
La mobilitazione: primo presidio in piazza Borsa
I Sindacati: “Rischio per lavoratori e servizi, governo smentisca o mobilitazione dura”

 
Treviso - Si profila ancora un vero e proprio attacco al sistema camerale e ai servizi alle imprese. Un taglio del personale del 15% e del 25% per il personale di back office delle nuove Camere derivanti da accorpamento. “È inaccettabile, per i lavoratori e per il tessuto produttivo locale. Siamo pronti ad una mobilitazione durissima”. Così le rappresentanze dei lavoratori, Fp Cgil e Cisl Fp di Treviso e Belluno commentano le indiscrezioni relative al decreto delegato della riforma Madia sulle Camere di commercio, aggiungendo che, “con i tagli paventati, il sistema viene letteralmente affossato, tra la pesante riduzione delle risorse prodotta dal taglio del diritto annuale e, come apprendiamo, da una pesantissima misura sul personale impiegato, nonché da una significativa diminuzione delle funzioni attualmente svolte”.

Per i sindacati “ancora una volta le politiche messe in campo sui servizi pubblici sono dettate da un solo criterio: tagli lineari, dalle risorse al personale. Sulla carta si ragiona di riorganizzazione del sistema camerale ma nella pratica lo si affossa, eliminando di fatto un segmento cruciale del lavoro pubblico, fatto di grandi competenze professionali e di sostegno unico all'economia e alla crescita. Non si fa altro - aggiungono - che replicare, per questa via, l'incertezza occupazionale, l'impoverimento dei servizi ai cittadini e il fragile equilibrio di bilancio che ha investito in questi anni il processo di riforma del sistema delle province”.

Per questo, proseguono Fp Cgil e Cisl Fp provinciali “rivendichiamo una secca smentita di queste sciagurate ipotesi di 'riforma del sistema camerale', per altro in netto contrasto con quanto previsto dalla delega, che di fatti garantiva 'il mantenimento dei livelli occupazionali'. Nel caso il decreto dovesse contenere queste indiscrezioni - concludono - ci opporremo con tutti i mezzi, con una mobilitazione durissima, per salvaguardare il lavoro e i servizi pubblici, unici e di qualità, che il sistema camerale offre al mondo delle imprese”.

Secondo le Rsu della Camera di Commercio, la riforma rappresenta un "danno per imprese, professionisti e lavoratori". "La riforma delle Camere di Commercio che il Governo vuole chiudere in questi giorni estivi - spiegano le Rappresentanze sindacali unitarie dei lavoratori - , è un danno per le imprese italiane, per i professionisti e per i lavoratori delle Camere, che dispongono di professionalità uniche nel sistema della pubblica amministrazione italiana. Sarebbe a nostro avviso utile che il Governo, prima di assumere decisioni definitive, tenesse conto anche delle opinioni, dei suggerimenti e dei contributi di chi quotidianamente si trova a diretto contatto con la realtà locale, e questo sarebbe possibile solo con un dialogo preventivo con i lavoratori camerali e chi li rappresenta. Questo è quanto sottolineiamo con forza.

In un periodo storico-economico in cui è necessario potenziare gli strumenti a supporto delle imprese, e quindi potenziare le Camere di Commercio, il Governo vuole ridurle a enti burocratici che non saranno più in grado di offrire servizi moderni alle aziende italiane. Ma la strada di riforma della pubblica amministrazione deve essere lastricata di innovazione, non di riduzione delle Camere di Commercio, dei servizi alle imprese, dei dipendenti.

Per far ripartire il sistema imprenditoriale italiano, le Camere di Commercio vanno rafforzate, con servizi nuovi e innovativi, che vadano a sommarsi ai servizi attualmente esistenti.

L’Ente Camera di Commercio è la giusta risposta a due diverse esigenze: da un lato, il rispetto del principio, costituzionalmente previsto, della sussidiarietà, dall’altro la necessità che non vi sia una eccessiva frammentazione di iniziative simili che, così facendo, perderebbero di efficacia e di senso.

Le imprese non ci chiedono altro che celerità e innovazione.

Per questi motivi chiediamo al Governo e a tutti i parlamentari e alle forze politiche che hanno a cuore il futuro delle imprese italiane, di modificare subito il decreto di riforma che passerà in Consiglio dei Ministri il 29 luglio, che non crea altro che disservizi al mondo delle imprese, e chiediamo di riscriverlo, focalizzando su innovazione, ampliamento di servizi, mantenimento del personale e delle sedi territoriali, innovazione. Le imprese vogliono una pubblica amministrazione come loro, non enti burocratici. La Camera di Commercio esplicita a 360° il compito di “sviluppo delle economie locali”.

A livello territoriale, basti pensare che la Camera di Commercio di Treviso – Belluno “gira” sul territorio delle imprese trevigiane e bellunesi le entrate derivanti dal diritto annuale attraverso finanziamenti diretti ed indiretti (contributi, bandi, consorzi fidi, ecc). Con bilanci statali, comunali e regionali già in difficoltà, si troverebbero risorse per colmare il vuoto dei contributi camerali, qualora questi cessassero di esistere? Le imprese, come evidenziano ripetute indagini e testimonianze, hanno trovato nel sistema camerale (presente in ciascuna provincia e quindi vicino al proprio territorio) e nella professionalità dei suoi lavoratori, competenza, onestà e imparzialità, e apprezzati servizi a titolo gratuito o con un costo molto inferiore a quello di mercato.

Con questa riforma in atto, i servizi che le Camere non fornirebbero più alle imprese, da subito, sarebbero questi:

  • rilascio della certificazione per l’esportazione delle merci all’estero (certificati d’origine, carnet ATA)

  • supporto alla nascita di nuove imprese e servizi assistenza online per start up innovative

  • contributi e finanziamenti alle imprese, per fiere o eventi per il sistema turistico locale o la promozione dei prodotti tipici

  • sostegno all’internazionalizzazione

  • supporto alle PMI per l’accesso al credito, tramite servizi di microcredito o sostegno ai consorzi garanzia fidi (confidi)

  • corsi di formazione alla nuova imprenditoria e imprenditoria femminile

  • organizzazione di convegni e seminari gratuiti su tematiche di interesse per le imprese o i professionisti (novità normative, gestione di impresa, argomenti specifici per ciascun settore)

  • supporto alle imprese per l’innovazione e la digitalizzazione consulenza alle imprese per la fatturazione elettronica e degli strumenti digitali più avanzati (SPID, firma digitale, PEC, ecc.)

  • consulenza per deposito marchi e brevetti

  • supporto e formazione in materia di CSR (Responsabilità Sociale d’Impresa) e Ambiente

  • pubblicazione di dati e studi sull’economia locale, sui trend economici e approfondimenti sui vari settori economici

  • supporto al mondo della scuola e alle imprese per i processi di alternanza scuola-lavoro

Le Camere di Commercio, quindi, non vanno ridotte, nel numero, nelle sedi, nel personale, nelle funzioni, ma vanno invece potenziate, mantenendo sedi e personale e attribuendo loro servizi nuovi e aggiuntivi rispetto a quelli già esistenti, per farne il fulcro della ripresa economica del Paese. Gli enti camerali, infatti, garantiscono il necessario livello di imparzialità e terzietà.

Questo è quanto deve passare nel Consiglio dei Ministri del 29 luglio, questo è quanto chiediamo".

 

Treviso, 29 luglio 2016

Uffici Stampa