3/10/2016

Sprechi nella gestione dei profughi: inettitudine o precisa scelta politica?

"Dal 2014 arrivano mediamente sulle coste italiane 170 mila profughi all’anno. A chi abbia un minimo di perspicacia non sfugge che abbiamo a che fare con un vero e proprio fenomeno epocale con cui ci dovremo confrontare anche negli anni – parecchi - a venire.  
Pare però che questa evidenza non sia percepita dalla classe dirigente – politica e amministrativa - del nostro Paese, che continua a ragionare in termini di emergenza per giustificare il disastro organizzativo e l’immenso spreco di risorse provocato da una sciagurata gestione dell’accoglienza.


Chiariamo subito che non siamo interessati alle polemiche squisitamente politiche. Ci preoccupiamo però delle ricadute sul sistema sicurezza del nostro territorio, e sui nostri colleghi di rimando.


Dato il fin troppo prevedibile fallimento del sistema degli hotspot sulle coste, che non regge l’onda d’urto di migliaia di arrivi quotidiani, ed il conseguente invio agli uffici territoriali di centinaia di profughi, ogni Questura vede assorbire ogni giorno almeno dieci – quindici operatori tra personale dell’Immigrazione, della Polizia Scientifica e quelli per la vigilanza generica.


Tale disarmante – ed allarmante – condizione è stata puntualmente descritta da una nostra delegazione regionale al Capo della Polizia il 21 luglio scorso, nel corso dell’incontro che si è tenuto a Venezia alla presenza anche del responsabile della Direzione Centrale dell’Immigrazione. Dove abbiamo spiegato, come Siulp, che per ridurre in modo significativo le gravi disutilità descritte sarebbe bastato realizzare un hub - un centro di smistamento regionale - presso cui aggregare due o tre operatori per ciascuna Questura. Una proposta che, parole del Prefetto Gabrielli, era estremamente interessante e sarebbe stata sicuramente approfondita.


Noi non sappiamo quanto stiano scavando per fare questi approfondimenti. Sappiamo però che nel frattempo sono le questure del Veneto che stanno colando a picco, e non ci risulta che la nostra proposta sia stata minimamente tenuta in considerazione.


Se questo, come molte altre inquietanti sfaccettature della gestione dei profughi, dipenda da inettitudine o da una precisa scelta politica non siamo in grado di dirlo. Sappiamo però – sic! – che ci sono all’orizzonte decine di nuovi pensionamenti, senza che siano previsti a breve nuovi arrivi di personale.


Nessuno si stupisca dunque se i servizi amministrativi – passaporti, licenze di caccia, ecc. – erogati dai nostri uffici subiranno ritardi, o se il numero delle pattuglie che presidiano il territorio, già oggi ampiamente sottodimensionato, rischia di essere inefficace.


La realtà trevigiana, dove solo la scorsa settimana abbiamo assistito a ben due manifestazioni di profughi  presso la prefettura finalizzate ad ottenere il documento di identità, non può continuare ad essere approdo per cittadini stranieri, se non siamo in grado di contestualizzarli nel territorio e garantire loro un futuro.


Tutto questo è possibile solo con un congruo impiego di personale che possa regolarizzare la pratiche di ingresso e soggiorno di queste persone, diversamente si può solo arrancare sperando in tempi migliori".

Mara Maggiolo

Segretario Generale Provinciale SIULP