9/09/2013

Taglio delle guardie mediche alla Ulss 1, stop della Cisl

Liste d'attesa e riorganizzazione dei servizi: chiesto un incontro con i vertici dell'azienda socio-sanitaria

Taglio delle guardie mediche alla Ulss 1, stop della Cisl

Orsini: "Sia garantita la continuità assistenziale"


Belluno - "Se il servizio non è adeguato, va bene metterlo in discussione, ma nel rispetto di quanto previsto dal Piano socio-sanitario regionale, che parla esplicitamente di garanzia della continuità assistenziale sul territorio". Anna Orsini, segretario generale aggiunto della Cisl Belluno Treviso chiede chiarimenti alla direzione della Ulss 1 in seguito all'annuncio che dal primo ottobre sarà ridimensionato il servizio di guardia medica, con il licenziamento di 22 medici su 54 e la soppressione delle sedi di Pieve di Cadore, Auronzo, Canale d'Agordo, Belluno, Longarone e Puos d'Alpago. "Non siamo contrari al cambiamento se questo può portare ad un miglioramento del servizio - spiega Orsini - ma al direttore generale della Ulss 1 chiediamo che la riorganizzazione garantisca la continuità dell'assistenza, l'accessibilità e la qualità del servizio".

A questo proposito, in attesa della definitiva approvazione delle schede ospedaliere e territoriali, la Cisl Belluno Treviso, unitamente alle categorie della Funzione Pubblica e dei Pensionati, ha chiesto un primo incontro al direttore generale per chiarire come la Ulss bellunese intenda operare per realizzare compiutamente il modello di assistenza territoriale previsto dal Piano socio-sanitario regionale e quali orientamenti intenda assumere in relazione alla riorganizzazione delle cure primarie. Altro capitolo è quello relativo alle liste d'attesa, rispetto al quale la Cisl chiede all'azienda socio-sanitaria di approfondire insieme il piano d'azione annunciato per arginare il problema.

"Gli indirizzi generali del Piano socio-sanitario - prosegue Orsini - introducono il concetto di filiera dell'assistenza per garantire un sistema integrato di interventi sia di tipo sanitario che di tipo sociale: ciò comporterà un nuovo modello organizzativo gestionale che dovrà essere in grado di dare risposte concrete ai bisogni di assistenza del territorio. Proprio in riferimento a questi temi, e al numero di risorse professionali e alle nuove competenze necessarie per poter adeguatamente realizzare il progetto, intendiamo avviare il confronto con l'azienda socio-sanitaria".


Belluno, 7 settembre 2013

Ufficio Stampa
Cisl Belluno Treviso