19/12/2013

Crisi, Marca sempre più in difficoltà: boom di redditi sotto i 7.500 euro e +42% di lavoratori iscritti alle liste di mobilità

Crisi, Marca sempre più in difficoltà: boom di redditi sotto i 7.500 euro e +42% di lavoratori iscritti alle liste di mobilità

Segnali positivi dalla produzione (+1,6% dopo sette trimestri negativi) e dal fatturato (+1,1% rispetto al III trimestre 2012), ma l'occupazione è ferma: un giovane su cinque è disoccupato

Treviso - Crisi, la Marca trevigiana è sempre più in difficoltà: il numero di contribuenti che ha redditi inferiori ai 7.500 euro lordi quest'anno è aumentato dell'8% rispetto all'anno scorso. E' uno dei dati diffusi questa mattina dalla Cisl Belluno Treviso nel corso della conferenza stampa di fine anno. L'Ufficio Studi quest'anno ha preso in esame non solo l'andamento del Mercato del Lavoro, ma anche i dati sui redditi dei trevigiani elaborati dal Caf, che nel corso del 2013 ha elaborato 53.076 modelli 730, circa il 20% del totale dei 730 elaborati dai centri di Assistenza fiscale autorizzati della provincia. Un campione rappresentativo che fornisce indicazioni precise sui redditi dei trevigiani.

Calano del 2% i redditi compresi fra i 7.500 e i 17.500 (17.886 dichiarazioni 730 elaborate nel 2012 e 17.477 nel 2013), e dell'1,2% quelli compresi fra 17.501 e 30 mila (24.225 730 elaborati nel 2012 e 23.932 nel 2013), mentre aumenta dell'8% il numero dei contribuenti che guadagna meno di 7.500 euro all'anno, passando dai 3.205 730 compilati nel 2012 ai 3.473 compilati nel 2013. Giù anche i redditi oltre i 50 mila euro: -4,5% di 730 compilati per questa fascia, passando dai 1.575 del 2012 ai 1.505 del 2013. Di conseguenza, aumenta il numero di redditi fra i 30 mila e i 50 mila: +5,6% rispetto all'anno scorso (da 5.896 a 6.225 730 elaborati).

Per quanto riguarda il Mercato del Lavoro, alla fine di novembre 2013 i lavoratori inseriti nelle liste di mobilità (ex legge 223) erano 2.847, +42% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando erano 2.010. A questi numeri, relativi alla mobilità delle grandi imprese del territorio, va aggiunto circa il doppio di lavoratori provenienti dalle liste della ex legge 236 (imprese con meno di 15 dipendenti) che non vengono più monitorati in quanto non più percettori di indennità dal gennaio di quest'anno.

Tra gennaio e settembre (ultima rilevazione disponibile) sono state aperte 322 crisi aziendali, per un coinvolgimento di 6.416 lavoratori. Le ore di cassa integrazione autorizzate tra gennaio e settembre sono state pari a 18.436.090; nello stesso periodo del 2012 erano state 13.078.859 ore. La disoccupazione giovanile nella fascia d'età compresa fra i 15 e i 24 anni in provincia di Treviso è del 22,3%.

"Sul fronte della produzione - spiega Alfio Calvagna della segreteria Cisl Belluno Treviso -, si delinea un quadro di lieve miglioramento per l'industria manifatturiera, sia sotto il profilo della produzione industriale, che dopo sette trimestri negativi si porta ad un +1,6%, che del fatturato, che cresce complessivamente del +1,1% rispetto al terzo trimestre 2012. A sostenere il lieve recupero su base annuale è sempre il contributo del fatturato estero che cresce del +2,9% grazie alla performance positiva della medio-grande impresa tessile abbigliamento e del legno-arredo. Sembra d'intravedere un punto di svolta per l'industria manifatturiera, ma non possiamo permetterci di trarre facili conclusioni, perché i segnali di ripresa sono deboli e contradditori, il sistema produttivo italiano appare meno reattivo di altri partner europei, Spagna inclusa e perché di fatto ci salviamo solo grazie alla domanda estera: finché non ripartono i consumi interni, non andremo molto distanti dai livelli produttivi attuali".

Calvagna sottolinea anche come il lieve recupero della produzione trovi conferma nel grado di utilizzo degli impianti, che si riporta sopra al 70% (a settembre era fermo al 66%). Ma la preoccupazione principale è per il lavoro. "Non ci sono segnali positivi sul fronte occupazionale - afferma il segretario della Cisl Belluno Treviso -. Una lieve ripresa c'è, ma senza aumento dell'occupazione. Soffre in particolar modo la piccola impresa legata al mercato interno e poco capitalizzata sul piano patrimoniale. Siamo scesi in piazza unitariamente sabato scorso per ribadire che per far ripartire questo Paese serve una politica industriale seria e una riduzione delle tasse per i lavoratori e per le imprese attraverso la lotta all'evasione fiscale e un maggiore impegno nel taglio alla spesa pubblica".

Treviso, 19 dicembre 2013

Cisl Belluno Treviso
Ufficio Stampa