22/01/2015

Mercato del lavoro e occupazione in provincia di Belluno

L'analisi dell'Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso
Mercato del lavoro e occupazione in provincia di Belluno

69 crisi aziendali aperte nel 2014 (contro 35 totali del 2013)
Coinvolti circa 1.400 lavoratori

Saldo negativo tra assunzioni e cessazioni per -1.955 unità
Diminuiscono le ore di CIG, anche grazie alla lenta ripresa della produzione

Bene l'export, che segna un +10,6%, realizzato soprattutto nelle grandi aziende

Belluno - Questi nel titolo i dati principali dell'andamento bellunese del Mercato del Lavoro nel terzo trimestre 2014, illustrati giovedì 22 gennaio nella sede Cisl di Belluno, da Rudy Roffaré della Segreteria Cisl Belluno Treviso. I dati sono stati elaborati dall'Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso su dati forniti dalla Provincia di Belluno, Veneto Lavoro e Istat. Di seguito analizziamo nel dettaglio i singoli ambiti.

Disoccupazione. Il dato relativo all'inoccupazione aumenta dell'1,1%, passando da un 12 ad un 13% reale. Il saldo tra nuove assunzioni e cessazioni peggiora rispetto ad un 2013 già negativo. Le assunzioni dei primi 9 mesi 2014 sono state 20.545 (tutte le tipologie di assunzione) contro le 22.500 cessazioni, con un saldo negativo di -1955 unità lavorative.
Nel 2013 il saldo negativo totale era stato di -1.020 lavoratori.
Significativo soprattutto il dato sui giovani, nella fascia di età 15-24 anni, dove le assunzioni sono state 4.740 contro le 4.730 cessazioni con un saldo positivo di 10 unità, contro le 305 dello stesso periodo del 2013.

Cassa Integrazione. L'utilizzo della Cig totale nel mese di novembre 2014 (ordinaria+straordinaria+deroga) fa registrare un -25,6% rispetto allo stesso mese 2013 (contro un -2,1% di media regionale) con un totale di 779.049 ore. Il periodo gennaio-novembre ha visto l'autorizzazione di 5.575.232 ore.
A diminuire è soprattutto la Cig straordinaria e quella in deroga mentre aumenta la Cig ordinaria, anche se va considerato che sono dati sensibili a variazioni anche sostanziali di mese in mese. La considerazione reale è l'utilizzo strutturale degli ammortizzatori.

Aperture di crisi aziendali:
2012: 26 aziende e 1009 lavoratori coinvolti;
2013: 35 aziende e 1787 lavoratori coinvolti;
2014 (novembre): 69 aziende e 1368 lavoratori coinvolti

I lavoratori nelle liste di mobilità (legge 223, licenziamenti collettivi), a novembre 2014 sono 999 contro gli 892 di novembre 2013.

Il manifatturiero nel bellunese. La produzione del 3° semestre 2014 segna un + 4,0% rispetto allo stesso trimestre del 2013, con la migliore performance in Veneto dove la media è di 1,2%.
Il dato è relativo soprattutto alle grandi realtà aziendali (+6,5%) che fanno media con i dati più negativi delle piccole medie imprese ( -0,7% le aziende con meno di 10 addetti e -1,1% quelle con un numero di addetti compreso tra 10 e 49).
Riparte quindi la produzione dopo i dati negativi del precedente trimestre (- 2,8%), grazie soprattutto ai settori meccanica ed occhialeria.
L'utilizzo degli impianti ha segnato un 79% della piena capacità produttiva, (73% la media veneta), il fatturato interno un +0,8% (Veneto +0,5%).
Le imprese attive del settore manifatturiero sono 1814 (dato del settembre 2014) con un -2,1% rispetto all'anno precedente quand'erano 1.853). Si registra una flessione del 2,9% nel settore del legno/arredo e un -1,5% nell'artigianato con 80 aziende perse in Provincia.

Andamento del mercato. Il mercato interno nel bellunese segna un +1,2% (contro un +0,2 Veneto) ma è l'export a dare i segnali più incoraggianti con un +10,6% (contro il +2,6 Veneto). Da segnalare però come questo dato positivo sia da riferire alle grandi realtà imprenditoriali, che vedono l'export aumentare del 15,5%, compensando invece il crollo dell'export nelle piccole medie aziende.
I settori che esportano maggiormente sono l'occhialeria, l'elettronica, il settore del freddo, le macchine utensili e la carpenteria metallica. Le aree in cui l'imprenditoria bellunese esporta di più sono gli Stati Uniti (con un +6,6%), seguiti dall'area Unione Europea, gli Emirati arabi, la Turchia, il Brasile, la Cina e la Corea. In flessione l'export con la Russia, dove si registra un calo del 4,4%, forse dovuto agli embarghi dell'UE dopo il conflitto in Ucraina.

Commercio. La situazione del comparto commercio è molto preoccupante, come dimostra il dato sul fatturato nel 3° trimestre -2,4%, (veneto -2,1%). Male soprattutto supermercati e grandi magazzini (-5,7%, +0,3 nel 2° trimestre) e il settore alimentare (-2,5% +2,1% 2° trimestre).
I dati dell'occupazione nel comparto commercio segnano un -2% al settembre 2014, destinato a peggiorare.

Turismo. Il 2014 è stato caratterizzato da una situazione metereologica molto negativa, che ha influito nel cattivo andamento sia della stagione estiva (per le intense e costanti piogge) sia invernale con l'assenza di nevicate fino a pochi giorni fa. Le presenze sono comunque aumentate di un +1% con i numeri parziali dei turisti italiani che segnano un -1,4%, mentre aumentano del 5% i turisti stranieri.
I pernottamenti sono diminuiti del 2,5% con una durata media del soggiorno di 4,4 giorni ( contro i 4,5 giorni del 2013).
Segnali positivi della presenza turistica nelle cittadine storiche della valbelluna (Belluno, Mel e Feltre).

Redditi dei bellunesi. 13.792 (quasi 16mila se si considerano quelle congiunte) le dichiarazioni dei redditi elaborate dagli uffici dei Caf Cisl della provincia di Belluno nel 2014, circa il 40% del totale provinciale. Questi i risultati per fascia di reddito (dati espressi in lordo annuo):

                                    2013                        2014
0/7.500 euro                 1.203                        813
7.500/17.500 euro         5.136                        4.569
17.500/30.000 euro       6.551                        6.795
30.000/50.000 euro       1.411                        1.422
Oltre 50.000 euro           247                           253

Una lettura di questi dati fa emergere come siano drasticamente diminuiti i redditi tra 0-17.500 euro (quasi un migliaio). Ciò può significare che quasi mille soggetti non hanno più presentato dichiarazione dei redditi, non avendo più un sostituto d'imposta dopo la perdita del posto di lavoro.

L'analisi. La fotografia del contesto economico della provincia di Belluno del 2014 mette in evidenza una lenta ripresa sia del fatturato che nella produzione.
Migliorano le performance aziendali di ordini, produzione e soprattutto export che fa registrare ottimi dati nelle grandi aziende, mentre le piccole medie imprese rimangono in difficoltà.
Solo il mercato russo da segnali negativi, probabilmente legati all'embargo dell'Unione Europea dopo le tensioni in Ucraina.
Nel mercato interno, fenomeno opposto: lieve tenuta delle PMI, flessione nelle realtà più grandi.
Segnali positivi dai settori dell'occhialieria e dal metalmeccanico, mentre rimane difficile la situazione nell'edilizia, commercio e turismo.

"Vi sono primi segnali di importanti tentativi di alleanze, la nascita di consorzi che andrebbero a sostituire Società meno strutturate (o addirittura Società Individuali). Anche a Belluno gli imprenditori hanno compreso che allearsi significa sostenere meno costi, avere più efficienza e, soprattutto, essere meno esposizioni finanziariamente - dichiara Rudy Roffarè della Segreteria Cisl Belluno Treviso - Tutto ciò ancora non si traduce in un aumento dell'occupazione. Il mercato del lavoro continua a non dare sostanziali segnali di miglioramento, con un'ulteriore perdita dei posti di lavoro. Viceversa, vi è una leggera diminuzione dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali, dovuta alla ripresa, seppure timida, della produzione, che permette di conseguenza la ripresa dell'orario di lavoro pieno da parte dei dipendenti."

"Le aspettative delle aziende, purtroppo, sono legate ancora ad andamenti incerti. - afferma Anna Orsini Segretario Generale aggiunto Cisl Belluno Treviso - La pianificazione a medio lungo termine è faticosa, si programma la produzione nel breve periodo e questo ha inevitabilmente una ricaduta negativa sugli investimenti e di conseguenza sulla creazione di nuovi posti di lavoro. Dovendo quindi ricorrere alla flessibilità interna, come Cisl chiediamo che ci sia una maggiore attenzione all'utilizzo dei contratti di solidarietà, soprattutto quelli di tipo estensivo, utilizzati laddove non c'è necessariamente una crisi, ma che possono comunque ridistribuire il lavoro in maniera più equa e sostenibile."

"Le aziende che hanno saputo investire e rinnovarsi stanno dimostrando che è questa la strada da percorrere, che da maggiori risultati. - prosegue Roffaré - Aziende con produzioni e mercati di nicchia lavorano e continuano ad assumere. Quello che serve, urgentemente, è un "sistema Paese" con una politica industriale forte, ma anche un sistema "regionale e provinciale" che valorizzi e sostenga le azioni intraprese da queste aziende. Come Cisl - conclude Roffarè - siamo pronti a lavorare per migliorare le performance delle imprese attraverso buoni accordi aziendali, coinvolgendo le lavoratrici e i lavoratori che come sempre dimostrano impegno e dedizione, utilizzando modelli di incentivazione come il welfare integrativo o i premi di risultato per obbiettivi concreti e riscontrabili."

Dati rapporto Exclesior (Unioncamere e Ministero Lavoro)

Il rapporto excelsior del primo trimestre 2015 prevede che le imprese attivino 820 contratti, con un leggero incremento del 2% rispetto allo stesso periodo 2014. In particolare vi è un aumento delle assunzioni di contratti atipici del 19% contro una diminuzione del 5% delle assunzioni dirette delle imprese.

In totale le assunzioni dirette dalle imprese saranno 540 (il 54% a tempo determinato), mentre le assunzioni di contratti atipici saranno 290. Le assunzioni si concentreranno nel settore servizi e quello dell'occhialeria.

Le previsioni del 1° trimestre 2015 evidenziano che sul totale di 820 contratti, il 23% sarà rivolto a giovani con meno di 30 anni (164 under 30), con un incremento del 3% rispetto al trimestre precedente.
Il dato è però da considerarsi negativo se consideriamo che le cessazioni previste sempre nel 1° trimestre saranno di 1.490 con un saldo negativo di -670 unità. Si tratta ora di capire se l'indebolimento dell'euro e gli ulteriori dati di fine anno, smentiranno le previsioni di Excelsior.

Ad oggi, il rapporto evidenzia che, per effetto dell'utilizzo degli ammortizzatori, nel 2014 l'eccedenza di manodopera presente nelle imprese bellunesi è di circa 1.600 occupati. Ciò significa che se venissero tolti gli ammortizzatori, questo sarebbe il numero di licenziamenti previsti.


Belluno, 22 gennaio 2015

Cisl Belluno Treviso
Ufficio Stampa