20/04/2015

Cisl Scuola: venerdì 17 aprile alle 15.30 a Quinto si è svolto un convegno su "Cooperazione o competizione? Le relazioni professionali ed educative nella scuola di Renzi"

Cisl Scuola: venerdì 17 aprile alle 15.30 a Quinto si è svolto un convegno su "Cooperazione o competizione? Le relazioni professionali ed educative nella scuola di Renzi"

Treviso - A settembre 2014 è stato lanciato il primo documento "La buona scuola", non inteso inizialmente come vera e propria riforma, tanto che nel percorso delineato dal governo è stato definito prima "Piano programmatico" e poi "Linee guida", trasformatosi solo nelle ultime settimane in vero e proprio disegno di legge, sostanzialmente una concreta riforma.

Il convegno che la Cisl Scuola Belluno Treviso ha organizzato per lo scorso 17 aprile ha l'obiettivo di informare, approfondire e chiarire i punti cardine del progetto di legge, ma soprattutto per far emergere le preoccupazioni di insegnanti e mondo sindacale, rispetto al contenuto del ddl.

"Abbiamo sempre considerato la scuola una comunità educante - afferma Teresa Merotto Segretaria Generale Cisl Scuola Belluno Treviso - e siamo preoccupati ed abbiamo il timore (fondato) che gli interventi previsti dal DDl possano in qualche modo dare una connotazione diversa a questa comunità. Questo non solo perché si mette mano in modo importante all'attuale assetto organizzativo delle scuole , ma anche perché si interviene con un'operazione a cuore aperto sulle funzioni e competenze degli organi che attualmente governano la scuola, andando a modificare sostanzialmente gli equilibri e la distribuzione dei poteri di governo."

Tra le molte questioni che possono essere analizzate, Cisl Scuola Treviso Belluno ha scelto di approfondire in particolare gli aspetti di relazione professionale ed educativa in un contesto organizzativo che vede introdotti elementi di competitività, all'interno del corpo professionale e fra scuola e scuola, accanto ad un nuovo e più rilevante ruolo assegnato al dirigente scolastico.

"Cooperazione o Competizione? Non è una domanda banale perché è da questo quesito che si deve partire e ci si deve interrogare anche su quale figura di dirigente vogliamo delineare, funzionale alla scuola del futuro. - prosegue Merotto - Ci dobbiamo chiedere se sia giusto che in capo ad una sola persona si concentrino poteri e responsabilità pesanti, come quelle contenute del disegno di legge in approvazione, contro una modalità decisionale che vedeva i docenti esprimere le proprie competenze anche attraverso le decisioni di un collegio dei docenti, o erano chiamati a decidere attraverso il consiglio di istituto, sugli indirizzi politici e sull'offerta formativa del Pof. E come possiamo pensare - conclude la Segretaria Cisl Scuola Belluno Treviso - di concretizzare la necessità di valorizzare il lavoro degli insegnanti ed il famoso merito? Mettendo gli insegnanti in competizione fra loro,"l'un contro l'altro armati" o pensando invece ad una valutazione che tenga conto di un'organizzazione collegiale com'è quella che ha caratterizzato la scuola negli ultimi 40 anni, pur con tutte le criticità?"

Problema che preoccupa il Sindacato è, inoltre, il futuro e la stabilizzazione dei precari.

"Il problema principale è che non è semplice definire il precario. Precario è chi lo scorso anno ha fatto tre mesi di supplenza, precario è chi ha partecipato ad un concorso SIS ed è nella graduatoria, precario è un ragazzo che ha superato il TFA ed ha l'abilitazione e magari ha fatto tre settimane di supplenza - specifica Elena Ugolini, consigliere del MIUR - In questa complessità però bisogna ricordare che, mai come in questa legislatura, abbiamo avuto ben tre miliardi di euro da investire sul personale della scuola, e questo credo aiuterà concretamente a trovare un percorso, fortemente voluto da tutti."

"La cosa che più mi preoccupa di questa riforma, a livello educativo, è la frantumazione degli interventi e dei docenti che seguono una classe che, se non coordinati da un'idea pedagogica forte, mettono il bambino nella condizione di un semplice fruitore di un processo e non recuperi quella temporalità del processo di apprendimento che richiede invece un organigramma completamente diverso - Afferma Luigina Mortari, pedagogista Università di Verona.


Treviso, 20 aprile 2015

Cisl Belluno Treviso
Ufficio Stampa