6/07/2011

Manovra economica e pensioni, il diavolo nei dettagli

Manovra economica e pensioni, il diavolo nei dettagli
In 10 anni i pensionati hanno perso il 30% del potere d'acquisto

Com'è stato abbondantemente dimostrato, il diavolo si nasconde sempre nei dettagli: non fa eccezione la manovra economica del Governo quando si occupa di pensioni.
Innanzitutto una premessa: già oggi le pensioni inferiori a € 1.382,91 al mese ottengono una indicizzazione piena all'aumento dell'inflazione, mentre quelle tra € 1.382,91 e € 2304,85 vengono adeguate al 90 % dell'inflazione, sopra € 2.304,85 al 75 % dell'inflazione.

Ora il Governo prevede che per le pensioni superiori a 1.428 euro sia effettuato un adeguamento pari al 45% al tasso di inflazione e nessun adeguamento per le pensioni superiori a 2.380 euro.
Si tratterebbe di una riduzione pari a circa 3/4 euro al mese. Poca cosa, potrebbe dire qualcuno. In realtà nessuno ha accennato al fatto che è da almeno una decina d'anni che le pensioni (tutte le pensioni, comprese quelle minime a 417 euro mensili) vengono rivalutate in maniera non corrispondente all'aumento del costo della vita.

E questo per almeno due ragioni: una si chiama "paniere" e l'altra si chiama "fiscal drag".
Il "paniere" è l'insieme di prodotti presi a riferimento per registrare l'aumento dell'inflazione.
Sono anni che i nostri pensionati denunciano che tale paniere è formato da prodotti che non riguardano consumi di chi percepisce 500, 1.000 o 1.500 euro al mese.

Basti pensare a quei prodotti elettronici il cui costo - grazie alla continue innovazioni tecnologiche - tende a diminuire, contribuendo in tal modo a ridurre anche l'inflazione. E così può benissimo accadere - ed è accaduto - che i prodotti alimentari, di cui non si può fare ovviamente a meno, siano aumentati mentre l'inflazione, così calcolata, sia rimasta ferma. Col risultato che al danno, costituito dall'aumento del costo della vita, si è aggiunta la beffa del mancato adeguamento dell'importo delle pensioni.

Analogo ragionamento si può fare per il "fiscal drag", il cui effetto perverso si determina quando l'aumento nominale delle pensioni, per effetto dell'adeguamento al costo della vita, le colloca ad uno scaglione di reddito superiore con un'aliquota fiscale più elevata. In parole più semplici, avviene che il valore nominale della pensione cresce, ma il suo potere d'acquisto no, mentre le tasse aumentano in proporzione maggiore.

Lo "scherzetto" combinato della composizione del paniere e dell'erosione del fiscal drag hanno portato ad una riduzione del potere d'acquisto delle pensioni pari a circa il 30% negli ultimi 10 anni. Con buona pace di coloro che affermano che le pensioni più basse (ma una pensione di 1.500/2.000 euro può essere considerata alta?) non sono state interessate dalla manovra. Con l'aggiunta che tali riduzioni partirebbero dal 2012, cioè domani mattina.

Vediamo ora cosa è previsto per i vitalizi degli onorevoli (le loro pensioni si chiamano così).
Ogni onorevole ha diritto ad un assegno pari a 2.486 euro al mese a partire da 65 anni (60 anni dopo due legislature) con il semplice versamento di 1.000 euro al mese per una legislatura (5 anni), e soggetto ad imposta per 90% dell'importo. Questo è il minimo. Ogni successiva legislatura fa lievitare l'assegno del 4% dell'indennità parlamentare, per cui dopo tre legislature l'assegno diventa pari a 7.460 euro, peraltro cumulabile con altre forme previdenziali. Se la legislatura termina prima, i deputati possono versare le quote per il completamento del quinquennio, basta aver svolto il mandato per almeno due anni e sei mesi. Con altri 250 euro mensili ci si può anche garantire le reversibilità. E la rivalutazione? E' agganciata a quella dei magistrati. Prodi l'ha bloccata fino al 2012. Oltre questo termine partirà la corsa al rialzo.

I sacrifici però vengono chiesti a chi ha pensioni di 1.000/1.500 euro al mese: e non venite a dirci che evidenziare queste sperequazioni significa fare demagogia o alimentare l'antipolitica.


          Franco Lorenzon                                                                               Francesco Rorato
Segretario Generale Cisl Treviso                                                     Segretario Generale Fnp Cisl Treviso