13/10/2015

Accorpare le Prefetture può essere rischioso

COMUNICATO STAMPA
Belluno, 13 ottobre 2015

"Nello stesso momento in cui si sta lavorando per il pieno riconoscimento della specificità e delle attribuzioni alla Provincia di Belluno come previsto dalla legge Del Rio e dalla legge regionale 25/2014, arriva dal Governo la proposta di sopprimere la Prefettura, con il risultato di veder scomparire la Questura e, come paventato, anche il comando dei Vigili del Fuoco.

Da una parte si ribadisce la specificità delle tre province montane, dall'altra si agisce per depotenziare quelle strutture periferiche dello Stato che assicurano un importante presidio sul territorio con competenze essenziali. Presidio che, se collocato altrove, rischia di non riuscire a leggere adeguatamente e tempestivamente i bisogni del territorio con il risultato di dare risposte parziali e insufficienti alla comunità che vi risiede.
Da questo punto di vista il ruolo della Prefettura è fondamentale per ciò che riguarda l'attività di coordinamento dei soccorsi in caso di calamità naturali, in grado di assicurare l'impiego congiunto di tutte le forze operative per la gestione delle emergenze. E' una funzione che viene efficacemente esercitata se è prossima al territorio, soprattutto un territorio così vasto e complesso come quello montano.

Anche un declassamento della Questura a Commissariato Locale, rischia di compromettere l'attività di controllo del territorio, attività che negli anni ha già subito forte ulteriore ridimensionamento per la chiusura degli Uffici della Polizia Postale di Belluno e quella ferroviaria di Calalzo.
Dopo aver avuto tante assicurazioni e promesse, seguite da pochi fatti, la scelta del Governo è difficilmente comprensibile per i bellunesi . Rischia di incrinare quel rapporto di fiducia e credibilità che ci deve essere fra i diversi livelli istituzionali del Paese e compromettere quel dialogo necessario se si vuole veramente cambiare il Paese, anche attraverso il giusto ammodernamento della pubblica amministrazione.

La Cisl non ha mai ritenuto che non si dovesse cambiare nulla, anzi, ha sempre auspicato un'efficace riorganizzazione sia dei diversi livelli istituzionali che delle forme e modalità con le quali la pubblica amministrazione opera nei territori.
Quella che ci viene prospettata però è una sottrazione di presidi, di ruoli e di competenze che non affronta assolutamente il tema di come è possibile assicurare i giusti servizi al territorio, che spaccia per riorganizzazione un taglio secco, che penalizza le realtà più piccole (probabilmente anche le meno interessanti da un punto di vista elettorale), invece di ripensare in termini funzionali ciò che deve essere gestito in prossimità e ciò che invece può essere più efficacemente accentrato.

Non è questa la rivoluzione che ci aspettavamo, non è questo il riconoscimento delle realtà montane, non è questa la base culturale necessaria a costruire il cambiamento.
E' solo semplificazione e approssimazione senza alcuna attenzione agli effetti di sistema che queste scelte possono produrre."

Anna Orsini - Segretario Generale Aggiunto Cisl Belluno Treviso