13/10/2015

Incontro in Prefettura per i lavoratori CUP Ulss 9 Treviso

 

 

COMUNICATO STAMPA
Treviso, 8 Ottobre 2015

 Le Sigle Sindacali, su mandato dei dipendenti, hanno incontrato in Prefettura a Treviso la Cooperativa e il Direttore Generale Ulss9 Roberto. Lo stato di agitazione è rientrato, in attesa di sviluppi. 

Sono 180, per il 98% donne, i dipendenti della Cooperativa che per l'ULSS 9 gestisce i call center, i Cup, i vari sportelli sia di Borgo Cavalli che del Ca' Foncello a Treviso, dell'Ospedale di Oderzo e dei distretti territoriali. "Lavoratori che - spiegano le Organizzazioni Sindacali - da otto mesi denunciano la carenza di personale, con conseguente sovraccarico di lavoro e il rischio di non riuscire a erogare un servizio qualificato ed efficiente". È quanto si legge in una nota diramata da FP CGIL Treviso, Fisascat CISL Belluno-Treviso e UILFPL Belluno-Treviso che sottolineano "come l'esito infruttuoso degli incontri condotti nei mesi scorsi con il Consorzio Cento Orizzonti pare delineare una rigidità da parte della ULSS a concedere eventuali estensioni dell'appalto, determinando così il perdurare della grave situazione e portando inevitabilmente alla proclamazione dello stato di agitazione dei lavoratori".

"Oltre a questo quadro - aggiungono Marta Casarin (FP CGIL), Patrizia Manca (Fisascat CISL) e Roberto Meneghello (UILFPL) - la preoccupazione della Parti Sociali riguarda poi i contenuti della gara per il nuovo conferimento dell'appalto e del relativo capitolato". La vicenda alla quale si fa riferimento è quella inerente la gara d'appalto a procedura aperta dell'ammontare di 15 milioni di euro per l'affidamento del servizio di attività sanitaria e di supporto all'utenza dell'ULSS 9 per un periodo di 36 mesi. Riguarda la gestione dei call center, dei Cup, dei vari sportelli sia di Borgo Cavalli che del Ca' Foncello a Treviso, dell'Ospedale di Oderzo e dei distretti territoriali. Le posizioni sindacali, già espresse in una lettera alla Direzione generale a luglio, sono legate ai costi: da un'attenta e puntuale analisi della basa d'asta, incrociando i dati di fatturato e tenuto conto delle condizioni organizzative richieste dal servizio, si potrebbero configurare scenari di contrazione retributiva per i lavoratori. Si andrebbe, infatti, a determinare un costo medio orario tra i 10,20 e i 12,30 euro lordi, nettamente inferiore agli importi medi tabellari previsti dal contratto nazionale di riferimento che indica una retribuzione oraria pari 16 euro per un addetto. "Senza la garanzia degli accordi sottoscritti dai soggetti delle rappresentanze datoriali e dei lavoratori - attaccano i sindacalisti - si potrebbe così arrivare alla stipula di contratti non riconosciuti, facendo scontare ai lavoratori l'abbassamento della base d'asta delineato dall'ULSS".

"Inoltre - continuano i Sindacati - la possibilità di ubicare i call center fuori anche dal territorio nazionale contraddice nettamente quanto indicato dalle leggi regionali in materia di Cup e Cup Manager, impedendo la possibilità dei dipendenti trevigiani di essere assorbiti dalla nuova realtà vincitrice dell'appalto e sferrando un'altra mazzata all'occupazione nel nostro territorio".

"Per tali gravi ragioni - aggiungono Casarin, Manca e Meneghello - in seguito all'assemblea unitaria condotta lo scorso 29 settembre con i dipendenti della Cooperativa, abbiamo richiesto il tavolo urgente in Prefettura, durante il quale abbiamo esposto lo stato attuale della situazione, al fine di individuare, senza rimpalli di responsabilità tra i soggetti coinvolti, un percorso che assicuri da subito giusti carichi lavorativi e standard dei servizi, giuste paghe e continuità occupazionale anche nel prossimo futuro.