22/10/2015

Credito Trevigiano, le richieste dei dipendenti ai candidati

UN BUON MODO PER INIZIARE


Preg.mi Signori,

domenica si eleggeranno il Presidente, il suo Vice, la squadra degli amministratori nonché il Presidente del collegio sindacale ed i due sindaci.
Noi dipendenti del Credito Trevigiano non dobbiamo sposare nessuno, piuttosto dovremo convivere, mettendoci al servizio dei nuovi amministratori e della comunità. Perché il nostro interesse pensiamo possa coincidere con quello degli altri portatori di interessi istituzionali, soci, clienti, strutture economiche e produttive del territorio.

Ma si deve iniziare a fare giustizia a cominciare dall'individuare chi ha svuotato e smantellato le competenze presenti nella Banca, chi ha fatto "tabula rasa" di Direttori, Vice Direttori, Capi Servizio Responsabili di vitali Funzioni, quali quelle del Credito, dei Controlli, della Finanza, del Contenzioso e del Legale, dell'Estero, privilegiando più di una volta soluzioni incoerenti con tessuto umano e professionale già esistente nella Banca.

Lo stesso orientamento valga nei confronti di chi ha agito brutalmente con tagli ed interventi verso clienti, spesso soci, magari perché la logica del "padrone controllore", mandato da Roma, pagava e giustificava la sua presenza. Tutto ciò lo diciamo per onore di verità, senza dimenticare gli errori della precedente amministrazione.

Il vecchio Cda, ha pagato multe pecuniarie per circa 462 mila euro. I dipendenti, a seguito dell'applicazione dell'articolo 22, subiranno, nel triennio, un taglio di 2,2 milioni di euro. Il rapporto è di 1 a 5. Per ogni 1000 euro di ammenda pagata dal Cda ai lavoratori saranno sfilati 5000 euro.

Chiediamo al nuovo Presidente ed ai suo collaboratori se ciò sia moralmente corretto. Tra quanti pagheranno vi sono cassieri che guadagnano 1500 euro al mese, colleghi monoreddito con famiglie a carico, famiglie in cui 100 euro contano.
E chi ha trattato tutto questo con grande leggerezza, i Commissari per essere chiari, si sono portati a casa probabilmente compensi di qualche centinaio di migliaia di euro. Quando sarà presentato il bilancio lo capiremo. Sappiamo fare di somma e sottrazione, conosciamo il significato dei ratei e dei risconti, sappiamo dove cercare!

E, non contenti, i Commissari propongono e vorrebbero metterci ancora le mani nel portafoglio togliendoci indennità, demansionandoci, sotto-inquadrandoci rispetto ai ruoli richiesti, a loro insindacabile giudizio o di chi prenderà a scatola chiusa la sua pesante eredità. Tanto si evince dal recente tentativo di forzare la mano anche su tutto ciò che potrebbe tranquillamente essere progettato, verificato, condiviso e gestito dai nuovi amministratori: una pesante quanto discutibile ristrutturazione organizzativa, la cui necessità ed esistenza non veniva affatto rappresentata alle OO.SS. solo pochi mesi fa', ai tempi del precedente accordo utile a prelevare i 2,2 milioni di euro dagli stipendi dei dipendenti. La tradizionale strategia del doppio canale, prima ti faccio pagare una volta, poi una seconda, ancorché il motivo sia sempre lo stesso, ascrivibile ad un'unica problematica. In una parola una pesante eredità da gestire in futuro.

Una eredità consistente in un progetto che taglia le gambe a chi finora è stato un buon specialista con responsabilità nel suo comparto, affidando invece pesanti compiti ad altri, peraltro senza chiarezza di ruolo, di funzione, di responsabilità, senza fornirgli neppure un'ora di formazione e senza cogliere le opportunità che il mercato bancario locale offre in questa fase. Con la chiusura di molti nostri sportelli al pomeriggio non ci si prova nemmeno ad intercettare nuova clientela e si rischia di perdere quella esistente per l'"abbandono" dei territori di riferimento. La riorganizzazione proposta è stata senza dubbio pensata a tavolino da chi magari non è mai stato in una Bcc.

Ma siamo anche certi che, se nel nuovo Cda siederanno uomini di valore e di specchiata onorabilità e trasparenza, persone che conoscono il territorio ed il sistema del Credito Cooperativo, che riconoscono il valore del personale, ci si potrà sedere ad un tavolo - riconoscersi vicendevolmente - e rivedere, se i numeri della banca lo consentiranno, ciò che appare fuori luogo.
Noi ci contiamo. Sarebbe un bel modo per iniziare.

Per questo ci orienteremo verso quelle posizioni che nel corso dell'assemblea dei soci:


- manifesteranno disponibilità al dialogo - nel rispetto dei ruoli - con le rappresentanze dei lavoratori;
- vorranno gestire percorsi attraverso i quali condividere i cambiamenti, spesso necessari, a volte inutili;
- dimostreranno di essere più interessati alle sorti della Banca e delle Aziende che a noi si rivolgono, piuttosto che mossi da interessi personali o di "bottega";
- saranno più orientate all'interesse collettivo (non solo verso i dipendenti, ma anche verso i soci ed i clienti) che non a quello personale;
- comunicheranno di saper far tesoro anche della critica, piuttosto che arroccarsi in discutibili ricette preconfezionate, magari adatte a grandi banche ma poco consone ad una piccola realtà, ancorché in rapida evoluzione;
- dichiareranno di non perseguire le logiche da lobby chiuse ma piuttosto il merito e la competenza.

Infine come soci dipendenti non vogliamo dare indicazioni basate su discutibili appartenenze, diciamo che, per tutti noi soci dipendenti, è meglio ascoltare e decidere sulla distanza che ci separa da questa o quella posizione espressa in assemblea dei soci, da chi è candidato ad un ruolo così importante e delicato.

Tuttavia, ci sia concesso, un plauso vada a chi ha programmato il proprio impegno per sostenere con competenza la nostra realtà aziendale, venendo dal movimento cooperativo e portando un bagaglio di valori, di esperienza, di conoscenza maturato nell'ambito di una delicata struttura del Veneto.


Fanzolo di Vedelago, 21 Ottobre 2015

 

Le Rappresentanze dei Lavoratori First Cisl
per la tutela dei dipendenti del Credito Trevigiano Bcc riuniti in Assemblea