27/10/2015

INAS, allarme tagli patronati: "A rischio i servizi ai cittadini".

COMUNICATO STAMPA

Treviso/Belluno Il Governo nel 2014 ha applicato tagli per 35 milioni di euro al sistema patronati, giustificati come necessari per mettere in campo una riforma del settore, tale da garantire chiarezza e trasparenza per i cittadini, assicurando ai Sindacati che un simile intervento avrebbe evitato ulteriori ridimensionamenti del fondo.

Il testo della legge di stabilità, che arriverà in Parlamento a giorni, pare però prevedere la riduzione di ulteriori 48 milioni di euro - solo ieri erano ancora 28 - e l'abbassamento dell'aliquota di finanziamento.

Il Patronato Inas Cisl di Treviso ha aperto 27.356 pratiche nel 2014 e per il 2015 (dati aggiornati al 31 Agosto 2015) sono già 22.515 le pratiche attivate.
Nello specifico, le più significative sono le 2.374 pratiche per pensioni, 9.331 richieste di indennità ASPI, 1.633 mobilità, 2.315 maternità, 2.923 ricostituzione di pensioni per contributi e redditi.

Il patronato INAS di Belluno ha aperto nel 2014 ben 11.643 pratiche e per il 2015 (dati aggiornati al 31 Agosto 2015) sono state già attivate 10.100 procedure.
Nello specifico, le più significative sono le 932 pratiche per pensioni, 6.436 richieste di indennità ASPI, 409 mobilità, 1.114 maternità, 1.148 ricostituzione di pensioni per contributi e redditi.


"Quei fondi, per i patronati italiani, significano riuscire a dare lo stipendio ad un operatore di patronato in più o ad uno in meno, per fornire un servizio sempre più efficiente alle centinaia di persone che entrano tutti i giorni nei nostri uffici" - dichiarano Michela Fuser e Stefano Gris responsabili dei patronati INAS Treviso e Belluno - "Ogni giorno diamo risposte e supporto ai cittadini gratuitamente, cosa che verrebbe meno senza il supporto delle nostre strutture, e costringerebbe le persone a pagare per avere questi servizi."

"Aspettiamo risposte chiare su tutte le questioni aperte - concludono i responsabili INAS -  per comprendere se avvero il Governo intenda ignorare il nostro lavoro e rinunciare all'unica dorsale sociale che può upportare lo sviluppo di un nuovo sistema di welfare per il Paese."