4/12/2015

Tavolo trattarive ULSS 9, Sindacati sul piede di guerra

Mancano 120 infermieri, 50 medici e 60 operatori: i sindacati abbandonano il tavolo della trattativa con i vertici aziendali
Poco personale, l'Usl rischia lo sciopero

Assistenza a rischio nell'Usl 9, secondo i sindacati, dove mancano 120 infermieri, 60 operatori socio sanitari, 50 medici, 10 tecnici di radiologia e il numero degli anestesisti è insufficiente a garantire l'attività di un ospedale hub, cioè chiamato a trattare i pazienti più complessi provenienti da Treviso e Belluno. «Sulla sanità non si può più tagliare sulle risorse economiche e umane», denuncia Ivan Bernini, segretario della Funzione Pubblica Cgil nel fornire i numeri della carenza di personale che attanaglia l'azienda sanitaria trevigiana. Per questo, lo scorso mercoledì, le rappresentanze sindacali ed Rsu hanno abbandonato il tavolo di contrattazione con la dirigenza dell'Usl 9. Un gesto forte, che non si vedeva da anni, per rimarcare che la misura è colma. Se le rimostranze dei rappresentanti dei lavoratori non verranno ascoltate, si passerà alla protesta. Sull'Usl 9 aleggia l'ombra dello sciopero. «Chiediamo che l'azienda sanitaria scelga la linea del rispetto e della concretezza nella contrattazione, altrimenti penseremo ad azioni di contestazione», dichiarano compatti Fabio Zuglian (Fp-Cisl), Paolo Cendron (Cisl), Beniamino Gorza (Uil), Chiara Trentin, coordinatrice della Rsu aziendale, insieme a Cgil e Fials. Un ultimatum che ha tempi stretti, visto che alcuni accordi, come lo stanziamento di 600 mila euro per permettere la progressione orizzontale per 700 dei 3.900 dipendenti, dovranno essere conclusi nel 2015. Se le risorse non verranno impegnate entro questo termine, andranno perse o dirottate. Inoltre, i rappresentati dei lavoratori puntano il dito contro una situazione divenuta «insostenibile» all'interno dei reparti, dove lo slittamento dei riposi del personale e l'abuso della "pronta disponibilità" starebbero diventando la regola. «Quasi dappertutto si lavora a regime di "piano sciopero" cioè con il minimo essenziale. E' chiaro che ora, con l'entrata in vigore della nuova direttiva europea che obbliga i dipendenti a un certo periodo di riposo, bisogna valutare se gli organici a disposizione sono idonei. Questo provvedimento è sacrosanto perché garantisce il riposo del personale ma l'azienda deve implementare l'organico dove serve, specie in reparti come le Medicine, la Geriatria e le Terapie Intensive che sono già in sofferenza» evidenzia Gianluca Martin, della Federazione italiana autonoma lavoratori della sanità. Criticità che si ripercuotono negativamente sul servizio offerto ai pazienti. L'ultimo anello della catena che, come sempre, paga il prezzo più alto se il personale è insufficiente.