15/12/2015
La difficile situazione di Veneto Banca impone una profonda riflessione alla nostra comunità territoriale, fatta di lavoratori, di risparmiatori, di famiglie e di imprese. Un riflessione che deve essere orientata a salvaguardare un patrimonio collettivo, cercando di recuperare il valore delle azioni per gli 88.000 azionisti, di salvaguardare i 6.500 posti di lavoro e di preservare una Banca del nostro territorio.
Il recupero del valore perduto passa attraverso una nuova stagione di corretta gestione della Banca, capace di riconquistare la fiducia degli investitori e tornare a produrre ricchezza per gli azionisti, per i lavoratori e per il territorio, dando credito al nuovo management e avviando un'azione di responsabilità nei confronti di chi invece ha mal amministrato.
Tutto questo significa votare SI all'Assemblea dei soci del 19 dicembre,
Partendo dalle sofferenze di chi ha investito i risparmi di una vita, di chi vi ha ‘investito' la propria vita lavorativa, di una comunità che rischia di perdere un bene collettivo, facciamo appello a tutta la nostra intelligenza e a tutto il nostro coraggio e con chiarezza diciamo che la trasformazione in SPA è l'unica strada praticabile e l'unica capace di creare le condizioni per recuperare - con il nostro contributo e sostegno - le perdite nella misura più ampia possibile.
Ripartendo per un nuovo cammino. Veneto Banca, Cisl First e Adiconsum invitano a votare SI
Per il futuro di Veneto Banca
(e con essa tutti i soggetti coinvolti)
Mantenere "viva" la Banca significa darle una prospettiva futura attraverso l'attuazione di un credibile ‘piano industriale' capace di restituire fiducia agli investitori e ai risparmiatori, aprendosi ai mercati finanziari (con la ricapitalizzazione e la trasformazione in SPA) e aumentando la trasparenza nella gestione, senza improbabili e tardivi interventi della politica o la pretesa di immediati risarcimenti, evitando così di percorrere scorciatoie legittime, anche comprensibili, ma senza uscita.
mentre votare NO significherebbe aprire scenari senza prospettiva
per il territorio, per i soci, per i risparmiatori e per i dipendenti.
Che serve a noi, ma soprattutto ai nostri figli e a tutta la nostra comunità locale.