21/12/2015

Consiglio Generale della Filca Cisl Belluno Treviso

 

 

COMUNICATO STAMPA
Treviso, 18 Dicembre 2014

 

Treviso/Belluno. FILCA Cisl Belluno Treviso, in occasione del Consiglio Generale della categoria, che coincide con la "Giornata Internazionale del Migrante" ha organizzato un convegno dal titolo: "Paura e terrore in Europa: tutta colpa della primavera araba?" un momento di riflessione sulle dinamiche internazionali e sulle ricadute nel nostro territorio, considerando che i due settori di riferimento, edilizia e legno/arredo, sono i primi a registrare un'alta percentuale di lavoratori immigrati.

Al convegno sono interventuti Francesco Orrù, Segretario Generale Filca Belluno Treviso, il sociologo Renzo Guolo, il prof. Antonio Silvio Calò che con la sua famiglia ha ospitato in casa alcuni richiedenti asilo, mentre le conclusioni sono state affidate al Segretario Generale Cisl Belluno Treviso, Franco Lorenzon.

La giornata è stata l'occasione per fare il punto sul comparto dell'edilizia e legno/arredo con alcuni dati sull'andamento degli ultimi mesi.
Con riferimento ai dati rilasciati dalle Casse Edili, vero termometro della situazione del settore edilizio, si può notare come dall'inizio della crisi ad oggi ci sia stato un crollo di circa il 50% sia nel numero complessivo del lavoratori e delle imprese iscritti alle Casse Edili di Treviso e Belluno.

I dati assoluti riportano come, per il settore edile nella provincia di Treviso, si sia passati dai 14.385 dipendenti del 2008 ai 7.761 del 2014, con una flessione di 6.624 lavoratori.
Di questi gli italiani sono passati da 7.923 del 2008 ai 4.593 del 2014, mentre gli stranieri sono passati dai 6.462 del 2008 ai 3.168 del 2014.

I dati assoluti riportano come, per il settore edile nella provincia di Belluno, si sia passati dai 5.694 dipendenti del 2008 ai 3.605 del 2014, con una flessione di 2.089 lavoratori.
Di questi gli italiani sono passati da 4.822 del 2008 ai 2.921 del 2014, mentre gli stranieri sono passati dai 872 del 2008 ai 684 del 2014.

In attesa dei dati definitivi per il 2015, le stime si attestano in un ulteriore diminuzione di circa il 5%.
Come si può notare oltre il 40% dei lavoratori nel settore edile è composto da addetti immigrati.

Dei lavoratori stranieri il 50% proviene dai Paesi dell'Est Europa, nell'ordine Romania, Albania, Macedonia, Kosovo e Bosnia. Un 10% è invece rappresentato dai paesi nordafricani, prevalentemente Marocco e Tunisia.

Stessa grave situazione per il comparto del legno arredamento con centinaia di mobilifici che sono stati chiusi dall'inizio della crisi, a Treviso se ne contano oltre 430, con circa 10 mila posti di lavoro persi, un numero elevatissimo se si considera che prima della crisi il settore contava circa 30 mila addetti, mentre ora si supera di poco i 20 mila.

"Come Filca rappresentiamo un settore, quello dell'edilizia, in cui sono occupati molti di quei lavoratori che con mille difficoltà sono arrivati, negli anni, in Italia - ha dichiarato Francesco Orrù Segretario Generale FILCA Belluno Treviso - Il nostro è uno dei settori più colpiti dalla forte crisi degli ultimi anni, e per noi è ancora alta la preoccupazione per un comparto che senza investimenti pubblici difficilmente potrà riprendersi, basti osservare i dati che disegnano un settore che anno dopo anno continua a perdere lavoratori e giro d'affari. Servono quindi investimenti e politiche industriali adeguate per la riconversione sostenibile dell'intero settore. Il volume di investimenti pubblici è insufficiente e lento, per far ripartire il comparto. Ultimo elemento da non sottovalutare è l'abbassamento complessivo della legalità del settore, che si riflette drammaticamente sulle condizioni di sicurezza dei lavoratori."

 

"La nostra volontà, anche con questo convegno, era di fare il punto della situazione sul nostro settore e sui lavoratori coinvolti, cercando anche di riscoprire il senso della solidarietà, comprendendo fino in fondo i fenomeni di portata internazionale che ci stanno interessando e che hanno avuto, inevitabilmente, una ricaduta lavorativa e umana anche sui nostri territori locali. Solo così - conclude Orrù - sarà possibile vivere una vera integrazione, costruttiva anche per le generazioni future."