23/02/2016

Profughi: "Senza immigrati declino economico e sociale"

Accoglienza profughi, Lorenzon: "Senza immigrati declino economico e sociale"

Treviso - "Senza immigrati l'Italia e il Veneto avranno un futuro di drammatico declino sia sul piano sociale che su quello economico. A dirlo è l'andamento demografico: il nostro è uno dei Paesi più vecchi d'Europa, con il tasso di mortalità - pari al 10,7 per mille - più alto tra quelli misurati dal secondo dopoguerra in poi e 15 mila nascite in meno nel 2015 rispetto all'anno precedente, dato che segna il minimo storico dall'Unità d'Italia". Franco Lorenzon, segretario generale della Cisl Belluno Treviso, prende posizione sulla questione dell'accoglienza dei profughi in provincia di Treviso.

"Non ci vorrà molto tempo per renderci conto che le polemiche sui profughi scoppiate nella nostra provincia finiranno come tutte le polemiche, cioè per incattivire gli animi e per non risolvere i problemi, come peraltro si è lasciato sfuggire il segretario della Lega Nord che - rispondendo al Prefetto - ha candidamente affermato che non risolvere il problema è esattamente quello che vuole". Forse, spiega Lorenzon, "sarebbe meglio interrogarsi se per il nostro territorio sia preferibile che ci siano ancora tanti migranti disposti a venire da noi oppure che nessuno voglia più venirci".

In un Paese segnato da un radicale e costante calo delle nascite, aumento della mortalità, invecchiamento della popolazione ed emigrazione giovanile, occorre domandarsi chi sarà in grado di assicurare il nostro sviluppo economico e, conseguentemente, come potrà stare in piedi il sistema del welfare e delle pensioni negli anni a venire. Come si sottolinea nella guida su "Profughi e immigrazione" realizzata dalla Cisl Belluno Treviso e presentata venerdì scorso a Vittorio Veneto, secondo l'agenzia Bloomberg, entro il 2020, ci vorranno 42 milioni nuovi europei per sostenere il sistema di welfare e pensionistico del Vecchio Continente. L'Italia è tra i Paesi più vecchi e almeno un abitante su cinque ha già compiuto 65 anni; quindi abbiamo bisogno di immigrazione oppure no? La Germania è l'unica che sembra aver compreso che nel giro di quattro o cinque anni i benefici economici per la propria economia potranno superare i costi necessari per facilitare l'accoglimento di nuovi profughi e l'assorbimento della nuova forza lavoro. Senza contare che con questi atteggiamenti di chiusura alimentiamo un rancore che, prima o poi, troverà cattive risposte.

"Ovviamente - spiega Lorenzon - questa valutazione non ci impedisce di vedere gli attuali disagi di un'immigrazione caotica e non governata (a cominciare dal livello europeo), ma come può essere considerata migliore la chiusura a ogni ragionevole gestione del fenomeno, preferendovi una sorta di 'gratta e vinci alla rovescia' che consiste nell'attendere la concentrazione di profughi in grandi strutture come avvenuto a Vittorio Veneto e a Treviso/Casier, e come succederà a Oderzo, a Cison, a Onè di Fonte? Certo, è in atto un forte contenzioso con lo Stato, reo di chiedere sempre e di non dare mai, ma questo non può essere fatto sulla pelle di un migliaio o poco più di profughi e - alla fine - contro gli interessi della collettività. L'economia aperta è stata una delle principali condizioni del miracolo del Nordest. Una società chiusa ne diventerebbe la tomba".

 

Treviso, 23 febbraio 2016

Cisl Belluno Treviso
Ufficio Stampa