10/03/2016

Ulss 1 di Belluno, la Cisl Fp chiede un incontro con la nuova Direzione generale

Ulss 1 di Belluno, la Cisl Fp chiede un incontro con la nuova Direzione generale: "Troppe le questioni rimaste in sospeso con la precedente amministrazione"

Belluno - La Segreteria territoriale della Cisl FP di Belluno Treviso sollecita la Direzione generale dell'ULSS n°1, dopo il recente insediamento, ad un incontro tra le parti volto a chiarire le posizioni della stessa riguardo alle questioni rimaste in sospeso con la precedente amministrazione e affrontare nuove iniziative e disposizioni.

Risale al 17 febbraio scorso il primo invito da parte della categoria della Funzione Pubblica della Cisl locale rivolto alla nuova Direzione generale per discutere di questioni importanti, come l'esternalizzazione del Centro Servizi Anziani di Agordo e la sperimentazione Codivilla Putti, a Cortina d'Ampezzo, con l'auspicio che entrambe le vicende si possano concludere, garantendo la stabilizzazione di una situazione che ormai da troppi anni non trova una soluzione e ripristinando un clima di serenità tra i lavoratori.

Altra questione importante riguarda l'annunciata esternalizzazione delle cucine dell'Ospedale di Belluno e Agordo. "Abbiamo la necessità di essere aggiornati sullo stato di avanzamento della procedura - afferma Mario De Boni della Segreteria territoriale della Cisl Fp -; noi, unitariamente alle altre sigle confederali, fin da subito abbiamo manifestato la nostra contrarietà al progetto, promuovendo iniziative di sensibilizzazione rivolte ai cittadini, utenti e dipendenti, allo scopo di mantenere una gestione diretta del servizio. Queste iniziative hanno portato alla raccolta di ben 7000 firme che ci hanno consentito di portare l'argomento all'attenzione dell'assessore regionale alla Sanità".

Ma sono anche altre le questioni da affrontare, alcune delle quali con un impatto diretto sui lavoratori soprattutto in ambito salariale. Basti pensare al problema delle progressioni economiche orizzontali: la situazione attuale le vede non ancora assegnate nonostante un pre-accordo firmato ad ottobre 2015 e successivamente validato dagli organi di vigilanza. La conseguenza è che gli importi economici conseguenti al passaggio non sono stati ancora erogati ai 227 lavoratori aventi diritto. Ancora in sospeso anche la questione relativa alla remunerazione dei lavoratori che fanno da supporto durante la libera professione dei medici: ad oggi il problema risulta irrisolto. Il fondo della libera professione intramuraria atto a garantire l'adeguata remunerazione oraria - così come previsto dal regolamento aziendale - si dovrebbe infatti autoalimentare con le quote che l'azienda trattiene ai medici che esercitano libera professione all'interno dell'Azienda e che si avvalgono della collaborazione e del supporto di altre figure professionali. Ma nei fatti ciò non avviene.

Secondo la Cisl FP l'incontro con la Direzione è fondamentale per riaprire il confronto, soprattutto in questo momento in cui la contrattazione decentrata nell'Azienda Sanitaria è ormai l'unico mezzo per poter dare un qualche riconoscimento economico ai lavoratori. "Il personale della sanità veneta - spiega De Boni -, che garantisce un livello di cura e assistenza elevato, è tra i meno pagati. In Veneto le retribuzioni degli infermieri e degli operatori sanitari sono più bassi rispetto alla media nazionale rispettivamente di 1.000 e di 860 euro. Ecco perché è così importante riaprire la discussione a partire dal riconoscimento della progressione economica che, a seconda del tipo di fascia, è quantificabile mediamente in 50 euro mensili lordi, una somma che, con un contratto nazionale scaduto dal 2009, oggi fa la differenza".

 

Belluno, 10 marzo 2016

Cisl Belluno Treviso
Ufficio Stampa