18/05/2016

Mercato del Lavoro e occupazione in provincia di Belluno

Mercato del Lavoro e occupazione in provincia di Belluno, l'analisi della Cisl
“Segnali di risveglio: per la prima volta dopo 8 anni di crisi, il saldo fra assunzioni e cessazioni è positivo”
Diminuisce la Cassa integrazione nei primi tre mesi dell'anno, ma resta la  preoccupazione per l’edilizia e il suo indotto e per gli over 50 in cerca di un impiego

 
Belluno - L’economia bellunese evidenzia segnali confortanti di ripresa in un panorama nazionale e veneto che ha subito un rallentamento negli ultimi mesi del 2015 e nei primi del 2016. A dirlo sono i dati Silv, Veneto Lavoro, Istat e Camera Commercio rielaborati dal segretario della Cisl Belluno Treviso Rudy Roffarè e da lui illustrati oggi a Belluno assieme al segretario generale della Filca Cisl Belluno Treviso Francesco Orrù.

IL CONTESTO DEMOGRAFICO - La popolazione della provincia di Belluno rappresenta il 4,2% della popolazione veneta e sta diminuendo: nel 2013 era di 209.430, nel 2015 di 207.895 (-0.7%). La densità abitativa per chilometro quadrato è pari a 56,6 (in calo dal precedente dato pari a 57). In Veneto la densità media è di 267,7 (in crescita dello 0.7%): si evidenzia uno spopolamento delle valli di montagna a favore della pianura. Gli stranieri sono il 6,2% della popolazione (la media veneta è del 10,4%) e ogni 100 nati 14 sono stranieri. La provincia sta invecchiando velocemente: gli under 14 sono sempre meno (il 12, 3% della popolazione, in ulteriore calo rispetto al 12,5% del 2014 e al 12,7% del 2013). Un bellunese su 4, il 25%, ha più di 65 anni (in aumento rispetto al 24,5% e 23,5% degli anni precedenti). Indice di vecchiaia: 203,1 in peggioramento col dato precedente del 196,5. Media veneta: 154,8; italiana: 157,7.

OCCUPAZIONE - Su una popolazione attiva di 96 mila persone, il tasso di occupazione generale è migliorato, passando dal 67,6 del 2014 al 68,3 del 2015: 12 punti percentuali più su rispetto a quello italiano (che è uno dei più bassi in Europa) e più alto rispetto al dato regionale del 63,6. Rimane però difficile la situazione dei giovani, perchè se si va a vedere il livello di occupazione della fascia 18/29 anni si scopre una percentuale peggiore rispetto al 2015: 47,7 contro 50,7. Fra i 25 e 34 anni invece il tasso di occupazione è del 76,7 (contro il 78,3 del 2015).

DISOCCUPAZIONE - Il tasso di disoccupazione in provincia di Belluno è del 6% contro il 7,1% veneto. I disoccupati nel 2015 sono diminuiti del -22%: 5.746 nel 2015. Nel 2014 erano 7.350.

ASSUNZIONI/CESSAZIONI - Per la prima volta dopo 8 anni di crisi, il saldo fra assunzioni e cessazioni è positivo: + 1.090. I lavoratori assunti infatti (32.855) sono stati di più di quelli che hanno perso il lavoro perchè licenziati o per scadenza del contratto a tempo determinato o di apprendistato (31.765). La percentuale di assunzione a tempo indeterminato vede nel 2015 un aumento dell'11,2% rispetto al 2014. Secondo le previsioni excelsior di Unioncamere, le  assunzioni nel I° trimestre 2016 si concentrano ancora sui servizi e nell’industria.

CASSA INTEGRAZIONE - I primi tre mesi del 2016 fanno registrare un calo della Cassa integrazione ordinaria pari al -10,5%: dalle 809.528 ore del primo trimestre 2015 si è passati alle 724.445 del primo trimestre 2016. Quasi 2 milioni (1.965.301) le ore autorizzate nel 2015; 2.332.973 mel 2014. Crollata la Cassa integrazione straordinaria nei primi tre mesi dell'anno: autorizzate 102.485 ore nel primo trimestre 2016 contro le 622.694 dei primi tre mesi 2015 (- 83,5%).

IMPRESE - Nel 2015 erano 18.637, -1% rispetto al 2014. Le imprese artigiane nel 2015 erano 5.135 (-1,6% rispetto all'anno prima). Sono di più le aziende che chiudono (5.4%) di quelle che aprono (4.9%). La produzione industriale del IV° trimestre 2015 ha registrato un +4,2% sullo stesso periodo del 2014. Il fatturato industriale del IV° trimestre 2015 ha segnato +8,5% sullo stesso trimestre del 2014. Le nuove crisi aziendali sono state la metà rispetto all'anno prima: 36 (70 nel 2014) coinvolgendo 759 lavoratori (1.374). Dimezzati anche gli accordi di crisi aziendale: 31 nel 2015 coinvolgendo 583 lavoratori (66 nel 2014 con 1335 lavoratori. I patti di servizio offerti da “garanzia giovani”sono stati utilizzati da 2.154 giovani, pari al 5% del Veneto (20% laureati e il 46% diplomati, 12% qualifica professionale).

L'ANALISI - “Stiamo registrando - afferma il segretario Cisl Belluno Treviso Rudy Roffarè - un miglioramento congiunturale complessivo che segna l'importante ripresa dell'occupazione su base annua. Con i i primi segnali di risveglio nel 2015 si è ridotto l’utilizzo della cassa integrazione e nel 2016, anche a Belluno, i livelli di occupazione sono aumentati. Il saldo positivo fra assunzioni e cessazioni significa che molti contratti sono stati trasformati in tempo indeterminato e non può che farci sperare che il trend vada avanti anche nel corso del 2016. Va ricordato, però, che persiste una forte crescita dell'utilizzo dei voucher, pratica che penalizza soprattutto i giovani. In diversi comparti industriali e artigianali il trend occupazionale, pur migliorato, non è ancora divenuto positivo. Permane inoltre, una difficoltà di ricollocazione delle figure a bassa scolarizzazione o con basso profilo professionale. Occorre perseguire con più forza politiche attive che accompagnino donne e uomini verso un mondo del lavoro che è cambiato e in cui essere professionalmente preparati gioca un ruolo fondamentale ”.

La produzione, confermata anche dai dati sull’utilizzo degli impianti e da una diminuzione dell’utilizzo degli ammortizzatori sociali, è cresciuta per tutto il 2015, e ha proseguito bene anche nei primi mesi del 2016. “In questo periodo - prosegue il segretario Cisl - ci sono segnali contrastanti per un leggero rallentamento delle vendite, probabilmente causati da una frenata dei mercati mondiali e dal relativo export. Non va infine dimenticato che i dati sono condizionati dalle performance delle imprese più grandi, che godono di una maggiore interazione con i mercati stranieri. Si salvano inoltre, le aziende che hanno mercati di nicchia, mentre le piccole imprese manifatturiere, le società di servizio, l’edilizia e il legno (con il loro indotto), continuano ad essere in difficoltà”.

Forte la preoccupazione per il settore edile, che dall’inizio della crisi ha perso in provincia di Belluno circa 3000 posti di lavoro e circa il 40% della sua forza in termini di ore lavorate e di massa salari. “Per l’edilizia la crisi non è finita - spiega il segretario generale della Filca Cisl Belluno Treviso Francesco Orrù - e la questione è ancora grave, perché il nostro settore è trainante anche per altri comparti. Chiediamo investimenti pubblici che puntino alla riqualificazione delle scuole e di altri edifici pubblici e alla realizzazione delle infrastrutture necessarie al nostro territorio. Occorre puntare con forza a incentivi  per la ristrutturazione in chiave di risparmio energetico e salvaguardia del territorio: circa il 40% del patrimonio edilizio ha più di 40 anni”.

 

Belluno, 18 maggio 2016

Cisl Belluno Treviso
Ufficio Stampa