19/07/2016

Blocco forzato del lavoro alla 3B di Salgareda: comunicato della Rsu aziendale

"Nessuno sciopero selvaggio: Cobas e attivisti hanno impedito ai lavoratori di prendere servizio"


Treviso - I rappresentanti dei lavoratori 3B anche a nome dei lavoratori a cui è stato impedito di entrare al lavoro nella mattinata del 18 luglio 2016 condannano senza mezzi termini il comportamento dell’ADL COBAS e degli attivisti che hanno partecipato al blocco dei tornelli impedendo loro di prendere servizio.

Smentiscono in modo assoluto la partecipazione allo sciopero selvaggio del 18 luglio e condannano il metodo con il quale è stato proclamato e attuato:

E' intollerabile che non ci sia stato permesso di entrare; sono i lavoratori 3B che decidono liberamente in assemblea quando e come scioperare e non di certo perché vengono bloccati all’ingresso, con la forza e l’arroganza di chi, in rappresentanza di altri lavoratori, pensa di poter decidere per tutti.”

“Diffidiamo l’ADL COBAS a proseguire in questi blocchi forzati che portano soltanto ad una perdita inutile di una giornata di stipendio e di produttività aziendale che rischia di ricadere nuovamente su noi lavoratori in una fase di consegna preferiale.”

“Continuiamo tutti i giorni a confrontarci con l’azienda sul clima aziendale e sui ritmi di lavoro per renderli più sopportabili ma rifiutiamo categoricamente di essere chiamati “schiavi”. Confermiamo la bontà degli accordi sindacali in essere in quanto, a fronte di un maggior sforzo in più in termini di flessibilità di orario di lavoro (al max 46 ore settimanali) e di ricorso a lavoratori temporanei nei periodi di picco, è stato garantito il mantenimento in Salgareda di 600 posti di lavoro, 50 milioni di investimento in nuovi stabilimenti già in costruzione, stabilizzazione del personale, e prospettiva di crescita occupazionale nei prossimi anni, cosa che in un periodo di crisi come quello che abbiamo affrontato è probabilmente il punto più importante. Inoltre gli accordi in essere contrattati dalle RSU, dalla FILCA CISL e dalla FILLEA CGIL permettono di godere di retribuzioni e welfare ben superiori a quanto previsto dal contratto nazionale a parità di ore lavorate.”

Sulla vicenda, intervengono anche la Filca Cisl Belluno Treviso e la Fillea Cgil, che presenti in azienda da oltre 30 anni, dichiarano che “non si ottiene un largo consenso per tutto questo tempo se ci si comporta male e se non si fanno gli interessi dei lavoratori. Il confronto con questa azienda è sempre stato difficile, condotto sempre sul filo del rasoio, come sanno bene i Rappresentanti eletti dai lavoratori che si sono succeduti in questi anni. La Filca Cisl e la Fillea Cgil hanno sempre avuto due obiettivi molto chiari: il primo, che bisogna sempre contrattare e non fare propaganda; il secondo, che occorre sempre migliorare le condizioni di lavoro perché non c’è mai una soluzione definitiva”.

“Altri - proseguono Marco Potente della Filca Cisl Belluno Treviso e Mauro Visentin della Fillea Cgil Treviso- possono pensarla e comportarsi in modo diverso, ma noi abbiamo dimostrato in tutti questi anni che il numero dei lavoratori occupati è cresciuto (siamo a circa 600 lavoratori) e si è progressivamente stabilizzato, il salario è migliorato e le prestazioni straordinarie sono pagate molto di più di quanto previsto dal contratto nazionale, le condizioni di lavoro (ambiente, sicurezza, inquadramento professionale, orari, ecc.) sono sempre state migliorate (e devono ancora migliorare), ma quando si parla di “schiavitù” non si sa di cosa si parla”.

Non sono gli insulti e neppure il blocco forzato del lavoro a cambiare la realtà delle cose, ma l’impegno quotidiano che dura mesi, anni, decenni. Questo continua anche oggi, in un periodo di crisi molto grave, in cui tanti hanno perso il loro posto di lavoro e visto ridurre il loro salario, senza che i “rivoluzionari a tempo perso” abbiano dato prova concreta di trovare soluzioni migliori di quelle che ha trovato il sindacato confederale, ma solo impedito fisicamente ai lavoratori di lavorare.

Il Sindacato confederale, invece, alla 3B ha convenuto – tra le altre cose - investimenti per ulteriori 50 milioni, che si tradurranno in nuovi posti di lavoro. Siamo quindi convinti che - concludono Visentin e Potente -, anche con una direzione aziendale tra le più difficili dell’imprenditoria trevigiana, le soluzioni si trovano nel tempo, con la giusta fermezza, concentrati sulle soluzioni concrete dei problemi. Tutto il resto è solo propaganda”.


Treviso, 19 luglio 2016