21/10/2016

Il ruolo della contrattazione aziendale

Martedì 11 ottobre sul Corriere delle Alpi è stato pubblicato un editoriale di Enzo Friso che citava il segretario Cisl Belluno Treviso Rudy Roffarè in merito al basso livello salariale della provincia di Belluno e del ruolo della contrattazione aziendale. Il titolo dell'editoriale era "Sindacati più deboli salari sempre bassi". Il segretario Roffarè ha inviato al quotidiano un'articolata analisi in risposta all'editoriale, che pubblichiamo qui di seguito. 

 

"Ho letto con molta attenzione l’editoriale di Enzo Friso pubblicato sul Corriere delle Alpi di martedì 11 ottobre. Partendo da precedenti mie dichiarazioni in merito ai bassi salari della nostra provincia, l’intervento di Friso, in sintesi, esprime dubbi sulla capacità del sindacato di fare la contrattazione aziendale e, attraverso un'articolata argomentazione, giudica ancora la contrattazione nazionale come elemento decisivo per la tutela salariale dei dipendenti. Condivido poco quanto sostenuto e ne spiego qui i motivi.


In primo luogo, quando si fa riferimento alle capacità contrattuali, va ricordato che esse non si declinano solo “ai rapporti di forza”, come parzialmente accadeva negli anni della crescita economica, quando vi era quasi esclusivamente un ruolo rivendicativo del sindacato. Nella società moderna e in particolare in questo mondo economico globalizzato in cui le cose cambiano velocemente e radicalmente, occorre saper cogliere altri e decisivi aspetti: relazioni sindacali improntate al confronto costruttivo; produttività aziendale attraverso premi che ricompensino i lavoratori e aumentino le performance aziendali (qualità, produttività, efficienza); commissioni paritetiche sull'organizzazione del lavoro che permetta il coinvolgimento di tutti i dipendenti; formazione continua; meritocrazia; gestione degli orari di lavoro che vada incontro alle esigenze della famiglia e delle aziende (flessibilità quando serve); welfare aziendale; previdenza complementare; politiche attive.


Se si migliorano le performance aziendali e si permette un coinvolgimento più diretto dei lavoratori nell’organizzazione del lavoro, si ottengono una crescita della redditività aziendale, posti di lavoro più stabili e un miglioramento motivazionale ed economico dei lavoratori.


In sostanza, il sindacato oggi conquista la sua capacità contrattuale perché conviene sempre di più anche alle aziende avere una compartecipazione alla gestione aziendale seria, più simile alla esperienza tedesca che non al modello rivendicativo che resiste ancora in qualche sindacato corporativo. La Cisl crede moltissimo nella contrattazione di secondo livello, senza per questo dimenticare il ruolo fondamentale dei contratti nazionali, che dovrebbero garantire un minimo di salario e diritti/doveri uguali del settore in cui quel contratto si firma. Ma sono proprio i contratti nazionali oggi ad essere in difficoltà.


In questi mesi i lavoratori di molti settori stanno lottando per rinnovare contratti da tempo scaduti. Il contesto economico non è dei più favorevoli e perfino la bassissima inflazione induce le controparti a tenere posizioni molto rigide. I lavoratori del pubblico impiego e della scuola sono senza aumenti da ben 7 anni. Al contrario, la contrattazione di secondo livello è più avanti di quel che si pensa. Certo, a fare notizia sono gli accordi delle grandi aziende, ma sono ormai molti quelli fatti nell’occhialeria, nel metalmeccanico, nel settore chimico (davvero interessante quello della Unifarco), nel terziario e turismo e nelle aziende del legno. Accordi con salario aggiuntivo, miglioramenti normativi e pezzi di welfare supplementare. Inoltre, e non è poco, vi sono contratti territoriali: nell’edilizia, nel commercio-turismo e in tutto il settore dell’artigianato con salario, enti bilaterali e welfare. Non sono pochi, dunque, i lavoratori coperti dalla contrattazione di secondo livello.


La Cisl è orgogliosa di questo lavoro, che non si è limitato solo alla contrattazione quotidiana nel territorio, ma a livello nazionale si è seriamente impegnata anche nel confronto con il Governo e con le controparti, un lavoro che ha portato risultati come le recenti leggi di stabilità (detassazione, welfare e su progetto industria 4.0) e importanti accordi (rappresentanza, nuovo modello contrattuale e politiche attive). Il mondo del lavoro è profondamente cambiato e il sindacato, se saprà a sua volta cambiare e leggere con largo anticipo le fasi economiche e sociali, sarà ancora il sindacato dei lavoratori e dei pensionati, ma anche e soprattutto di chi un lavoro lo cerca o si trova in condizioni di difficoltà. La Cisl di Belluno Treviso lo sta facendo".


Rudy Roffarè
Segretario CISL Belluno Treviso