31/01/2017

Coop Progetto Vita, mobilitazione per il pagamento degli stipendi arretrati

Assistenza ai bambini disabili nelle scuole del territorio della ex Ulss 7 Pieve di Soligo, 130 lavoratrici senza stipendio
Verso la mobilitazione contro la Cooperativa Progetto Vita, richiesto l'intervento della nuova Ulss 2 Marca Trevigiana

Stipendi non pagati, mancato versamento del Tfr ai fondi pensione complementari, pesanti errori nel calcolo delle buste paga e gravi imprecisioni nell'applicazione del Contratto nazionale. Organizzazioni sindacali verso la mobilitazione per tutelare le 130 lavoratrici - quasi tutte part time - della Cooperativa sociale Progetto Vita, che ha in appalto il servizio di assistenza ai bambini disabili nelle strutture scolastiche del territorio della ex Ulss 7 di Pieve di Soligo, oggi Ulss 2 Marca Trevigiana.

Claudia Carafiglia della Fisascat Cisl Belluno Treviso denuncia l'ormai insostenibile situazione delle dipendenti della Cooperativa con sede a Sondrio, che sin dal suo insediamento nel 2012 ha sempre pagato con ritardo gli stipendi, non ha versato il Tfr ai fondi pensione complementari, commettendo inoltre innumerevoli errori nelle buste paga e mettendo in atto gravi distorsioni nell’applicazione del CCNL.

“Le organizzazioni sindacali - spiega Carafiglia - hanno più volte cercato un dialogo con la cooperativa, senza mai ottenere alcuna risposta. Abbiamo pertanto chiesto alla Ulss di farsi soggetto garante alla risoluzione della vertenza, in quanto ad oggi i pagamenti di stipendi e fondi pensione sono bloccati a metà novembre 2016: un’azienda pubblica di tale dimensione ed importanza non può non essere in prima fila per creare condizioni di legalità e rispetto delle basilari regole in materia di lavoro”.

La Fisascat Cisl Belluno Treviso chiede inoltre alla Ulss la risoluzione del contratto con la cooperativa e di individuare un soggetto affidabile che gestisca il servizio garantendo al contempo tutti i livelli occupazionali e retributivi in essere, e che si faccia garante affinchè gli appalti siano assegnati ad aziende serie rispettose non solo delle regole degli appalti, ma anche dei CCNL e dei propri dipendenti.

“La situazione non è più procrastinabile né tollerabile - conclude Carafiglia -, in assenza di soluzioni definitive le organizzazioni sindacali unitamente ai lavoratori non avranno altra scelta che dare il via formalmente alla mobilitazione, cosa che avrà di fatto anche ricadute sul servizio erogato, che sino ad oggi è stato portato avanti solo grazie al sacrificio e allo sforzo morale ed economico delle lavoratrici che operano in un ambito delicato come quello della disabilità dei minori”.

Treviso, 31 gennaio 2017
Ufficio Stampa