11/01/2018

ASM carcere di Belluno, rischio incolumità per poliziotti e operatori

Sezione Articolazione Salute Mentale del carcere di Belluno, rischio alto per l’incolumità di poliziotti e operatori penitenziari: la Cisl Fns ne chiede la chiusura


Chiusura immediata della sezione Articolazione per la tutela della salute mentale del carcere di Belluno per salvaguardare l’incolumità dei poliziotti e degli operatori penitenziari e sanitari costretti ad operare in una struttura inidonea ad ospitare i detenuti affetti da patologie psichiatriche e a colmare le lacune lasciate dal Servizio Sanitario Nazionale. La richiesta è di Robert Da Re della segreteria territoriale CISL FNS, che denuncia una situazione critica per i poliziotti e gli operatori che lavorano nella sezione della Casa Circondariale di Belluno che ospita quattro detenuti con problemi psichiatrici, provenienti dall’ex ospedale psichiatrico giudiziario, chiuso per legge due anni fa.

“Nel 2016 - spiega da Re -, con l’apertura della sezione Articolazione per la tutela della salute mentale nell’ex sezione femminile del carcere bellunese, è iniziato un calvario per poliziotti e operatori penitenziari, ma anche per gli stessi detenuti. L’inadeguatezza della struttura e le poche risorse messe a disposizione dall’Asl locale hanno generato un susseguirsi di eventi critici, anche molto gravi, dove talvolta l’incolumità dei poliziotti penitenziari è stata lesa costringendoli a cure mediche, anche di lunga durata. I locali in cui sono ospitati sono fatiscenti, piccoli e inadeguati e i detenuti soffrono di gravi patologie psichiatriche che necessitano di assistenza h24, cosa che la struttura non riesce assolutamente a garantire”.

Dopo diverse richieste da parte delle organizzazioni sindacali, nell’ottobre scorso c’è stato un incontro con il Provveditore dell’Amministrazione Penitenziaria di Padova, durante il quale i dati esposti hanno legittimato quanto denunciato dalla FNS e il Provveditore ha preso coscienza dell’insostenibile situazione creatasi a causa di un’affrettata scelta da parte dell’Amministrazione.

“Nonostante tutto - sottolinea Da Re - nulla da quel giorno è cambiato, la struttura non ha avuto modifiche e l’ASL non si è adoperata per recuperare il gap riscontrato. Il personale in questi giorni sta facendo fronte ad una nuova ondata di gravi episodi: aggressioni, tentativi di incendi, distruzione dei mobili. Se non si è fatto male nessuno è solo grazie alla professionalità dei poliziotti e degli operatori penitenziari e a una grossa dose buona sorte: la struttura, così com’è, va chiusa”.