8/10/2018

Licenziamenti alla Fedon: martedì 9 ottobre sciopero di 8 ore

La decisione presa dall’assemblea dei lavoratori

Otto ore di sciopero martedì 9 ottobre, per dire no ai 45 licenziamenti annunciati venerdì ai sindacati dalla Giorgio Fedon spa, storica azienda che produce astucci per occhiali con base in Alpago. E’ la risposta dei lavoratori alla riorganizzazione aziendale illustrata venerdì pomeriggio ai rappresentanti sindacali di Femca Cisl e Filctem Cgil Belluno. Questa mattina, lunedì 8 ottobre, Milena Cesca (Femca Cisl) e Denise Casanova (Filctem Cgil) hanno spiegato la situazione ai 185 lavoratori riuniti in assemblea, il cui esito è stato la proclamazione dello sciopero.

“La decisione presa dalla maggioranza dei lavoratori - spiegano Cesca e Casanova - rispecchia la preoccuzione per il piano di riduzione del personale annunciato dall’azienda: un taglio di 25 impiegati e 10 operai e l’intenzione di esternalizzare il magazzino, scelta che comporterebbe il licenziamento di altri 10 dipendenti. Siamo molto preoccupati perché siamo convinti che i tagli al personale non siano la soluzione che consenta di mettere in sicurezza i conti. Ricordiamo che Fedon ha chiuso il 2017 con una perdita di 4 milioni e il primo semestre 2018 con un risultato netto in perdita per 3,2 milioni di euro. È necessario un piano di rilancio per rendere l’azienda nuovamente competitiva: abbiamo rivendicato un piano industriale strategico di investimenti, ma per il momento ci hanno risposto solo con delle dichiarazioni di intenti”.

“All’azienda - proseguono Cesca e Casanova - abbiamo anche chiesto che non ci siano licenziamenti forzati, ma solo uscite volontarie e la dirigenza ci ha garantito l’intenzione di trovare soluzioni il meno possibile impattanti sui lavoratori e strategie per il rilancio. Li misureremo nei fatti. I lavoratori che abbiamo incontrato in assemblea però, oltre che preoccupati si sono sentiti offesi perché hanno appreso dei licenziamenti dalle pagine dei giornali: evidentemente l’azienda ha preferito informare prima la stampa che i suoi dipendenti”.