30/11/2018

"L’Europa è l’unica opportunità per non finire fuori dalla storia”

Intervista a Giorgio Anselmi, presidente del Movimento federalista europeo, ospite del Consiglio generale della Cisl Belluno Treviso venerdì 30 novembre

“L’Europa non è una opportunità, ma la opportunità: fuori dall’Europa siamo fuori dalla storia”. Giorgio Anselmi, presidente nazionale del Movimento Federalista Europeo, movimento politico non partitico fondato a Milano nel 1943 da Altiero Spinelli insieme a un gruppo di antifascisti che aveva individuato nella battaglia per la creazione degli Stati Uniti d’Europa lo scopo della lotta politica per garantire nel Vecchio continente pace, libertà, democrazia e giustizia sociale, non ha dubbi: la vera sfida dell’Europa contemporanea è fra nazionalismo e federalismo. Anselmi venerdì 30 novembre è intervenuto al Consiglio generale della Cisl Belluno Treviso, dedicato al tema “Un futuro per l’Unione in Europa: criticità e opportunità”.

 

L’Europa oggi sta vivendo una fase critica, con le spinte sovraniste e nazionaliste che rischiano di travolgerla. Perché?
“L’Unione europea è nata con un forte impulso da parte degli Stati Uniti, in funzione antisovietica. Finito l’equilibrio mondiale bipolare, l’Unione non è stata capace di trovare una nuova funzione al suo interno: ha realizzato l’unione monetaria, ma non quella politica, e oggi si trova esposta a una serie di crisi multiple che la indeboliscono prepotentemente”.

Come si può uscire da queste difficoltà?
“Oggi la vera sfida in Europa è quella tra nazionalismo e federalismo: l’europeismo non basta più, perché è una ideologia debole. Difendere lo status quo significa essere nemici dell’Europa. L’Europa così com’è non può reggere i cambiamenti epocali che stanno avvenendo: è necessario fare un salto federale per garantire la sopravvivenza all’Unione, con una vera unione bancaria, fiscale, economica e politica”.

L’unico futuro possibile è dunque il federalismo?
“L’europeismo è una ideologia debole, mentre il federalismo è una ideologia forte: se lo scontro sarà tra europeismo e nazionalismo, vinceranno sembra ombra di dubbio i nazionalisti. Bisogna che lo scontro sia tra nazionalismo e federalismo, cioè tra due ideologie forti”.

Quali sono in questo momento le criticità dell’Europa?
“La prima è quella economica: è stata costruita una unione monetaria senza unione fiscale ed economica. Si tratta della zoppìa mai corretta di cui parlava il presidente Ciampi. La seconda è la mancanza di una vera politica estera e di sicurezza comune. Non a caso, anche in questo caso, si è avviato il processo per un bilancio autonomo dell’eurozona e la cooperazione strutturata permanente nel campo della difesa”.

È per questo che crescono i nazionalismi?
“La crisi dello Stato nazionale è una crisi irreversibile, perché lo Stato nazionale non è più in grado di rispondere e risolvere i problemi dei cittadini, ma allo stesso tempo mancano anche le risposte europee: il nazionalismo è il tentativo di fare credere illusoriamente - e i casi della Gran Bretagna con la Brexit e dell’Italia con lo scontro sulla Legge di Bilancio lo dimostrano - che gli Stati nazionali siano ancora in grado di dare risposte. Se pensiamo alla débacle della classe dirigente inglese che si è infilata in una crisi strutturale, sbagliando tutte le previsioni pre-Brexit, e ai passi indietro che comincia a fare l’attuale Governo italiano rispetto alla Legge di bilancio, non possiamo che convincerci ancora una volta che un’Europa riformata in senso federalista è l’unica opportunità per non finire fuori dalla storia”.