29/01/2019

Poliziotto aggredito da un paziente-detenuto della sezione psichiatrica del carcere di Belluno

La Cisl Fns denuncia: “Insicurezza e condizioni igienico-sanitarie inaccettabili: la sezione va chiusa”

Episodio di violenza su un poliziotto penitenziario da parte di un paziente-detenuto della sezione psichiatrica dell’istituto penitenziario bellunese. La segnalazione arriva dalla segreteria territoriale della Cisl Fns, che da mesi denuncia la grave situazione di insicurezza in cui versa la sezione Articolazione per la Tutela della Salute Mentale del penitenziario di Baldenich, della quale il sindacato e il personale chiedono la chiusura e il trasferimento in altra sede. Sabato scorso un poliziotto di turno intervenuto per calmare le ire di un detenuto contro un compagno di cella è stato colpito e scaraventato violentemente a terra. Condotto in ospedale, ha riportato contusioni con prognosi di sette giorni. A fine agosto dello scorso anno era stato aggredito un medico.

“È inaccettabile il comportamento dell’amministrazione penitenziaria - denuncia Robert Da Re della segreteria territoriale della Cisl Fns - che, di concerto con la Regione, ha dichiarato non idonea la struttura bellunese ad ospitare una sezione psichiatrica, ma continua a tergiversare senza prendere decisioni rispetto alla chiusura e al trasferimento della sezione, mettendo a repentaglio l’incolumità psicofisica dei poliziotti penitenziari in servizio presso la Casa Circondariale di Belluno. Il personale di Polizia penitenziaria tutto, in stato di agitazione dal settembre scorso, è pronto a nuove manifestazioni di protesta qualora l’amministrazione continui a esimersi dai propri doveri e dalle propria responsabilità”.

Il sindacato denuncia anche le condizioni igienico-sanitarie precarie all’interno della sezione. “Corridoi, locale lavanderia-docce e camere di pernottamento - sottolinea Da Re - sono indecenti. Le misure prese dalla Direzione bellunese per le pulizie della sezione psichiatrica non sono sufficienti a garantire una detenzione dignitosa ai ristretti e un ambiente di lavoro salubre agli operatori, che quotidianamente sono costretti ad operare nella sporcizia: dalle camere detentive esce un odore nauseabondo. Una situazione allucinante se si pensa che l’Articolazione per la Tutela della Salute Mentale è in carico alla Ulss 1 Dolomiti. Si segnalano anche casi di scarsa igiene personale dei ristretti, i quali dovrebbero essere guidati e seguiti dal personale sanitario e specialistico e non dal personale di polizia, a cui spetta il compito di vigilanza”.