15/09/2011

La crisi, la manovra e il Grande Cambiamento: ora servono impegno unitario e coesione politica e sociale

La crisi, la manovra e il Grande Cambiamento: ora servono impegno unitario e coesione politica e sociale

Il mese di agosto 2011 verrà ricordato come il ‘mese nero' dell'Italia. Cominciato all'insegna delle ferie lunghe per i parlamentari, è finito con l'approvazione della più severa delle manovre economiche del Governo italiano.

In mezzo c'è stato un po' di tutto: la proclamazione preventiva (perché avvenuta prima ancora di conoscere i provvedimenti governativi) dello sciopero generale della CGIL, il ‘commissariamento' del Governo italiano da parte della BCE, l'andirivieni parossistico delle proposte e delle marce indietro nella definizione della manovra, le forzature interessate su alcuni aspetti (art. 8) e, infine, il richiamo del Presidente Napolitano ad adottare provvedimenti più incisivi di quelli che si stavano discutendo.

Cosa ricavare da questi convulsi avvenimenti? Non si è trattato di normale amministrazione. E tutti ne abbiamo avuto piena consapevolezza.

Innanzitutto gli italiani, forse per la prima volta, hanno compreso che la crisi economica ha subìto una grande accelerazione e non è un'invenzione dei media, ma soprattutto che è destinata a cambiare i nostri stili di vita. Ma gli italiani hanno anche dato un giudizio molto negativo sul Governo, perché si è dimostrato incapace di dare risposte efficaci (oltre che eque) a questa crisi. Il tutto condito dall'assenza di una, benché minima, riduzione dei privilegi della ‘casta'.

Per queste ragioni la Cisl non ha ritenuto di aggravare la situazione dell'economia in generale e delle famiglie in particolare con iniziative di sciopero, ma con una serie di manifestazioni volte a sostenere le nostre ragioni con responsabilità, una responsabilità che qualcuno ha ritenuto troppo eccessiva.

In realtà tutti hanno capito molto bene che non basta solo dare rappresentanza al disagio sociale, ma che occorre - come ha richiamato insistentemente il presidente Napolitano - lavorare assieme per uscire da una crisi che comporterà altri e più incisivi interventi. Con la certezza che non troveremo molti alleati, in Europa e nel mondo, disposti a farci ancora molto credito.

Non saranno quindi né le divisioni né lo scontro sociale e politico a creare le condizioni per risolvere i nostri problemi con giustizia ed equità, bensì la coesione politica e sociale e la comune volontà di lavorare nella stessa direzione.

Per quanto riguarda il sindacato, si tratta di ritrovare le ragioni per un impegno unitario, perché solo così potremo incidere concretamente positivamente nelle decisioni, nell'interesse dei lavoratori, dei pensionati e delle classi più deboli.

La Cisl è convinta che, se verranno abbandonate le posizioni demagogiche e inconcludenti, sarà possibile riprendere il cammino unitario interrotto ad agosto, dopo che erano state trovate positive convergenze con l'accordo unitario di giugno e con il documento delle Parti sociali a inizio agosto. L'apporto rivendicativo non può mancare, ma in questo momento, più che mai, a fare la differenza sarà la capacità concreta, al di là di proclami e maxischemi, di affrontare i problemi, limitando il danno di una manovra iniqua che colpisce prima di tutto le fasce più deboli della popolazione.

Franco Lorenzon
Segretario Generale Cisl Treviso