12/11/2019

Spisal, personale ridotto all'osso: nella Marca mancano 16 ispettori

Spisal, svolte le assemblee di Cgil, Cisl e Uil con i lavoratori. A Treviso sono 16 gli ispettori, ma all’appello ne mancano almeno altrettanti.

“Il personale è ormai all’osso: in provincia lo Spisal non riesce neppure più a gestire l’ordinario – ribadiscono con forza Andrea Artuso della Fp Cgil Treviso, Paolo Cendron della Cisl Fp Belluno Treviso e Beniamino Gorza della Uil Fpl Treviso. Se a livello nazionale l’obiettivo è controllare il 5% delle aziende, sul nostro territorio negli ultimi anni si è stati costretti ad abbassare prima al 4%, considerando anche l’attività amministrativa al di fuori della vigilanza - che prima non veniva contata - e quest’anno con fatica si arriva al 3%. Se si controllassero tutte le aziende ci vorrebbero con questi presupposti oltre 25 anni".

"Servono assunzioni adeguate alla mole di lavoro e verifiche da svolgere – sottolineano i Sindacati –. La previsione di assunzione di 18 tecnici alla prevenzione, per i quali è previsto oggi un bando, è assolutamente insufficiente in quanto sono chiamati a svolgere anche tante altre mansioni, come SIAN SISP e veterinaria, servizi anch’essi sotto organico. Riteniamo che servano almeno ulteriori altri 16 tecnici solo allo Spisal. Spalmarli su altri servizi, già in sofferenza, non può configurarsi come un potenziamento di un’attività fondamentale come la prevenzione nei luoghi di lavoro. Un intervento tanto limitato non fa altro che banalizzare, far finta di non vedere, i tanti infortuni e le morti sul lavoro che anche nel nostro territorio sono all’ordine del giorno”.
 
“Per la pressione alla quale sono assoggettati gli ispettori, in termini lavorativi, e per l’importanza che la sicurezza ha nei luoghi di lavoro – concludono Artuso, Cendron e Gorza -, invece di stracciarsi le vesti a ogni incidente, serve che urgentemente l’Azienda Ulss Marca Trevigiana proceda alle assunzioni, per potenziare l’azione di controllo e prevenzione sul territorio, e per mettere nelle giuste condizioni chi ci opera”.