17/12/2010

Caso Diadora, le tutele ci sono. Calvagna (Cisl Treviso): 'Evitiamo la demagogia'.

Caso Diadora, le tutele ci sono
Calvagna (Cisl Treviso):"Evitiamo la demagogia"

Treviso - "Che la situazione dell'occupazione in provincia di Treviso sia in forte tensione non c'è dubbio, ma non si può usare questa crisi per un'inutile e quanto mai sterile demagogia politica". La segreteria della Cisl di Treviso congiuntamente a quella regionale interviene sulla richiesta non approvata della Cig in deroga per gli 84 lavoratori della Diadora.

"In tempi di crisi come questo, non serve a niente fare la guerra fra i poveri - spiega Alfio Calvagna della segreteria Cisl di Treviso -; ci hanno stupito le dichiarazioni attribuite dalla stampa locale oggi al segretario della Cgil trevigiana Paolino Barbiero, che si scandalizza del perché vengono date le proroghe di Cig in deroga ai lavoratori del comparto artigiano e non vengono concesse a situazioni come quelle della Diadora. Ricordiamo all'amico Barbiero che la Cig in deroga nasce per volontà unitaria delle organizzazioni sindacali e datoriali per dare copertura ai lavoratori dell'artigianato che in situazioni di crisi non avrebbero avuto nessun'altro ammortizzatore sociale, se non la disoccupazione. Ci sorprende poi che la Cgil, promotrice di una campagna sui diritti dei lavoratori, consideri diritti solo quelli dei lavoratori che si arrampicano sulle torri o che fanno scalpore sulle pagine dei giornali e dimentichi le centinaia di migliaia di lavoratori delle imprese artigiane che senza la Cig in deroga non avrebbero nessun sostegno economico. Sono forse lavoratori di serie C? I diritti forse non valgono per i lavoratori dell'artigianato?"

"I lavoratori dell'industria - aggiunge Giulio Fortuni, segretario regionale Cisl con delega all'industria - hanno avuto fino ad ora una larga copertura, a differenza dei lavoratori del settore artigiano. I lavoratori della Diadora non verranno lasciati soli neppure di fronte alla chiusura dell'azienda, perché usufruiranno sicuramente della mobilità, che dura un anno fino a 40 anni di età, due anni tra i 40 e i 50 e tre anni nel caso degli ultracinquantenni. L'accordo fatto con la Regione, firmato convintamente dalla Cisl, allunga questi periodi di 12 mesi, quindi di un ulteriore anno e, nel caso di ultracinquantenni vicini alla pensione, di due anni".

"Pensiamo - prosegue Fortuni - sia meglio usare la cassa integrazione in deroga per quei soggetti che non godono di queste tutele, quindi lavoratori del piccolo commercio, dell'artigianato e dei servizi. Nel caso della Diadora,questi lavoratori vanno assistiti non solo con il sostengo al reddito, ma con una messa in carico ai centri per l'impiego e con il sostegno di una politica attiva del lavoro che preveda una formazione adatta a ricollocarli con altre professionalità in altri ambiti lavorativi. Tutto ciò va fatto con un finanziamento a carico della Regione e a carico del fondo interprofessionale "Fondo impresa" che ha previsto specifici interventi in questi casi. Su questo l'impegno della Cisl sarà di massima attenzione".

"In questi tempi difficili di crisi - conclude per la Cisl trevigiana Alfio Calvagna - sarebbe opportuno mettere da parte le reciproche posizioni per avviare un lavoro comune che, pur salvaguardando la tutela al reddito dei lavoratori dell'industria e dell'artigianato, vada verso l'assunzione di responsabilità per avviare politiche di riqualificazione professionale che consentano nuove prospettive di lavoro. Il nostro obiettivo è quello di dare un lavoro e non soffermarci solo al sostegno momentaneo del reddito, cosa certamente importante, ma non risolutiva del problema occupazionale".

Treviso, venerdì 17 dicembre 2010