17/12/2019

Classifica sulla qualità della vita del Sole 24 Ore, Roffarè: “Serve una nuova idea di montagna”

Belluno passa dal quarto al 51esimo posto della classifica

"In una fredda e uggiosa mattina di dicembre, ci siamo tutti svegliati apprendendo come il rapporto del Sole 24 Ore veda il nostro territorio perdere 47 posizioni nella classifica della qualità della vita. Viene così certificato quello che tutti sapevamo da tempo, ovvero lo spopolamento dei nostri paesi, la denatalità e la fuga dei nostri giovani. Come sindacato, ci occupiamo del tema da tanti anni. Quasi inascoltati, ancora negli anni ‘80 pensavamo al progetto montagna, poi ripreso da Sergio Reolon.

In questi anni, attraverso la contrattazione con i Comuni, siamo riusciti ad incidere nelle scelte sociali, sapendo tuttavia che le risorse economiche dei sindaci sono ben poca cosa rispetto al necessario. Ma da questa contrattazione, per esempio, è nata una politica più attenta alle famiglie con redditi bassi (riduzione tariffe e tasse) e al sociale (assistenza, cohousing sociale) e fatto partire il fondo “Welfare Dolomiti” a cui noi crediamo tantissimo.

Lo spopolamento, che tocca tutte le periferie in Italia e in particolar modo la montagna, è il sintomo di qualcosa di più profondo. La perdita di servizi nel territorio e una inefficace programmazione territoriale si uniscono ad una politica nazionale che in questi decenni non ha, a sua volta, saputo impostare politiche industriali, investimenti in infrastrutture, scuole, sanità, e riforme su fisco, evasione fiscale e welfare. Ecco perché Cgil, Cisl e Uil hanno fatto una settimana di mobilitazioni a Roma e a Belluno, in cui ad essere protagonisti erano, e sono, le nostre idee, proposte al governo, indipendentemente dai colori politici.

Le notizie negative di questo fine 2019 sono anche altre. Il calo dell’economia internazionale, ha di fatto frenato l’export delle nostre aziende, bloccando le assunzioni registrate negli ultimi anni. La buona notizia era proprio quella che avevamo recuperato quasi tutti i posti di lavoro persi ante la crisi del 2008, anche se, ad onor del vero, l’occupazione raggiunta non equivaleva, per orario lavorato, a quello di 10 anni fa poiché vi è oggi più precarietà, e più utilizzo di orari ridotti e bassi salari. Inoltre, si sono aggiunte le notizie degli esuberi di Safilo e Wanbao: stiamo parlando di un numero enorme per la provincia, perché se rapportiamo i 700 posti di lavoro a rischio con l’occupazione del manifatturiero bellunese, innalzeremo di un solo colpo la disoccupazione provinciale di oltre 2 punti percentuali. Che è tremendamente altissimo.

Unitariamente come sindacato e come Cisl, insieme alle categorie coinvolte, stiamo cercando di trovare soluzioni concrete ed efficaci per diminuire il più possibile il rischio della perdita dei posti di lavoro. Oltre al lavoro alle specifiche soluzioni aziendali, sono al lavoro il tavolo per le politiche attive e gli stati generali dell’occhialeria, per agire insieme come un sistema di relazioni. La formazione e la riqualificazione rimangono per noi elemento imprescindibile per ricollocare le persone laddove ci sono aziende che hanno necessità impellente di assumere. E spesso capita a pochi passi. Ciononostante, pensiamo che il futuro possa essere positivo se sapremo cogliere queste sfide: come Cisl abbiamo rilanciato l’idea di un “progetto Montagna 4.0”.

Il rilancio del territorio bellunese e la lotta allo spopolamento devono necessariamente passare attraverso una nuova idea di montagna basata sullo sviluppo del territorio attraverso una crescita sostenibile, l’uso di una economia circolare, di un turismo innovativo, dello sviluppo della manifattura ad alto valore aggiunto, con la valorizzazione delle attività agro-silvo-pastorali, con il recupero del patrimonio edilizio e con l’incremento dell’imprenditoria femminile e giovanile. Per fare questo serve una strategia chiara. Il territorio si deve dotare di un piano strategico, una pianificazione collegiale delle politiche industriali, energetiche, sociali, turistiche e ambientali. Il progetto Montagna 4.0 deve essere condiviso e deve coinvolgere la politica, le associazioni e le istituzioni. Insomma, il cambiamento va governato attraverso una governante, o il rischio è di fare tante cose utili, ma in ordine sparso.

Belluno non è un territorio svantaggiato. Siamo semplicemente un’area differente e piena di risorse e possiamo avere una ricchezza straordinaria, ma soprattutto, in un’epoca in cui la vita ha assunto ritmi frenetici, modelli invivibili, la montagna può tornare ad essere un esempio, un piacere di vivere. Quindi, la montagna non come marginalità, non come periferia, non come area svantaggiata, ma come modello alternativo di vita e sviluppo. A patto di costruire, insieme, un progetto condiviso. E per questo auguro a tutti un sereno Natale e un buon 2020".


Il segretario aggiunto Cisl Belluno Treviso Rudy Roffarè