26/03/2020

Berton, “dichiarazioni ingenerose: il sindacato come le imprese sta cercando di dare risposte”

Lettera aperta di Cgil, Cisl e Uil Belluno alla presidente di Confindustria Belluno


Alzare i toni della polemica non serve a nessuno. Né ai lavoratori, né alle imprese e nemmeno alle famiglie e ai cittadini che guardano alle nostre associazioni come punti fermi nella gestione della crisi”. È la replica di Cgil, Cisl e Uil Belluno alle affermazioni della presidente di Confindustria Belluno Dolomiti Lorraine Berton, che ha parlato di “tradimento alla fiducia” riferendosi alle Organizzazioni sindacali per la richiesta di una maggiore restrizione riguardo alle imprese legittimate a rimanere aperte in piena emergenza Covid-19.

“In questi giorni - scrivono Rudy Roffarè (Cisl), Mauro De Carli (Cgil) e Guglielmo Pisana (Uil) - stiamo tutti lavorando per salvare imprese e lavoratori, facendo le dovute pressioni al governo affinché vi siano le risorse sufficienti; per effettuare migliaia di accordi di cassa integrazione per difendere il salario delle famiglie; per attivare tutti gli strumenti possibili per posticipare scadenze fiscali agli imprenditori e cittadini. Inoltre, abbiamo decine di delegati aziendali Rsu che stanno collaborando con le imprese e che in queste ore stanno nelle fabbriche a lavorare per costruire quelle condizioni di sicurezza essenziali per tenere in piedi il nostro sistema economico”.

La priorità, oggi, è quella di fermare il virus, spiegano i segretari delle tre Organizzazioni sindacali, e lo sforzo che si sta tutti facendo è quello di mettere in sicurezza più lavoratori possibili, sapendo che una buona parte del sistema Paese non solo non si può fermare completamente, ma è auspicabile che possa essere messo nelle condizioni di ripartire il prima possibile. “Abbiamo dunque ben presente, ed è nei nostri cuori - proseguono - anche l’aspetto economico della nostra provincia e siamo anche noi preoccupati degli esiti sociali in termini di posti di lavoro che rischiamo di perdere con questa crisi".

"Carissima presidente - incalzano Roffarè, De Carli e Pisana - rispettiamo le sue idee, il suo ruolo e le imprese che Lei rappresenta, ma pretendiamo la stessa cosa, poiché rappresentiamo migliaia di iscritti e di lavoratrici e lavoratori. Dobbiamo lavorare insieme per davvero, non solo ad enunciazioni, per creare i presupposti per rafforzare le relazioni sindacali che lei stessa ritiene efficaci. Nei prossimi mesi ci aspetta un durissimo lavoro e abbiamo tutti bisogno di lavorare per trovare idee, soluzioni e risorse pari, se non maggiori a quelle del secondo dopoguerra per il rilancio dell’economia e della nostra società. Nulla sarà come prima: usciremo da questa battaglia profondamente diversi nel modo di produrre e di vivere. Questa crisi non dovrà solo alimentare la preoccupazione per un momento difficile, ma deve avviare un nuovo processo che duri nel tempo e che accompagni tutti noi a lavorare davvero insieme e con ancora più motivazione sapendo cogliere perfino nuove opportunità".