3/01/2021

Veri protagonisti senza vuoto protagonismo

Addio a Luigi Masetto ed Enrico Modolo: lettera dell'ex Segretario generale Franco Lorenzon


"Il 31 dicembre di un infausto anno bisestile si sono celebrati quasi in contemporanea due funerali, uno alle 10 e l’altro alle 10.30, a pochi chilometri l’uno dall’altro, uno a Spresiano, l’altro a Collalto di Susegana. Se ne sono andati in silenzio Luigi ed Enrico, accompagnati dal dolore e dalle preghiere dei loro congiunti e di pochi amici e conoscenti.

Luigi Masetto di anni 86 ed Enrico Modolo di anni 82. Affratellati dalla comune esperienza di delegati sindacali del settore legno/arredamento della Filca Cisl di Treviso. Come tanti altri, ovviamente, ma con qualche particolarità che merita di essere conosciuta e ricordata.

Luigi Masetto, il 10 ottobre 1988 firmava con la propria Ditta il primo accordo sindacale nel settore del legno/mobilio che segnò l’avvio di Solidarietà Veneto, il Fondo pensione regionale che oggi conta oltre 100.000 aderenti con accantonato un patrimonio che supera 1 miliardo e mezzo di euro. Oggi. Allora era solo una fantastica utopia. Fondata esclusivamente sulla fiducia che i lavoratori nutrivanom nei confronti dei loro rappresentanti. Al punto da scendere in sciopero per ottenere quello che ora molti rifiutano pur essendo loro offerto gratis. Luigi era uno di quelli che aveva convinto i propri colleghi di lavoro a rinunciare a una parte di salario (peraltro non consistente) per accantonarne il corrispettivo per la vecchiaia. A obiettivo raggiunto la cosa appare ora in tutta la sua convenienza,
ma allora…

Enrico Modolo è stato protagonista di una vicenda quasi incredibile, avendo gestito l’occupazione di un’azienda di mobili giorno e notte per quasi 6 mesi con altri 35 lavoratori. Avete letto bene: 35 lavoratori, giorno e notte (in turni da 5/6), per quasi 6 mesi, precisamente dal 16 dicembre 1977 al 2 maggio 1978. Per ottenere il pagamento del loro salario non corrisposto da 5 mesi e per avere la garanzia del posto di lavoro. L’occupazione terminò con la dichiarazione di fallimento che - come i lavoratori auspicavano - aprì le porte all’intervento di un nuovo imprenditore che pagò gli arretrati e assunse tutti i lavoratori.

Ma ciò che stupisce ancor di più, è che Enrico era una persona mite e buona, per niente avvezzo alle forti contrapposizioni tipiche del ruolo! Infatti, il nuovo padrone (allora si usava chiamarlo così) non vedeva di buon occhio il suo impegno sindacale e un giorno, per metterlo alla berlina di fronte ai lavoratori (che nel frattempo avevano superato il centinaio), gli impose di stare seduto in mezzo alla fabbrica così “poteva guardare quelli che lavoravano”.

Enrico restò seduto per due giorni e poi informò il sindacato che, con un semplice telegramma, risolse la questione. Più della sua paradossale remissività, colpì la sua capacità di non piegarsi all’arroganza di quel padrone.

Cari Luigi ed Enrico, i nostri diritti sono il frutto del vostro impegno che, purtroppo, è sconosciuto ai più. Vi vogliamo ricordare con commozione e con l’onore che meritate".

Franco Lorenzon