12/02/2021

Crollo demografico e spopolamento in provincia di Belluno

Paglini: “Attivare subito un tavolo permanente per progettare Belluno da qui al 2050”

“Lo spopolamento della provincia di Belluno certificato dai recenti dati Istat non fa altro che confermare un fenomeno noto e in crescita da anni, che va seriamente e rapidamente contrastato con azioni mirate che creino le condizioni per attrarre investimenti, non far emigrare i giovani e generare un circolo virtuoso di crescita e sviluppo così da migliorare i servizi sul territorio, le infrastrutture e la modernizzazione complessiva per far uscire la provincia dall’isolamento e per invertire il trend, drammatico, dello spopolamento”.

Crollo demografico in provincia di Belluno: per il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini non c’è più tempo da perdere. Dal 1951 al 2019 la provincia ha perso 35mila residenti.

“Le scelte non sono più rimandabili: va attivato subito un tavolo permanente che coinvolga tutte le forze sociali, economiche e politiche del territorio nella progettazione della Belluno del futuro, da qui al 2050”, spiega il segretario generale.

Le priorità per la Cisl rimangono lo sviluppo sostenibile, la digitalizzazione e informatizzazione, l’individuazione di infrastrutture moderne e compatibili con l’ambiente che generino nuova competitività e attraggano investimenti.

“Solo così - prosegue Paglini - si uscirà dall’isolamento, creando condizioni di maggior occupazione, di formazione, di non abbandono dei giovani e di recupero del patrimonio immobiliare. Ultimo e non ultimo le politiche attive per il lavoro e offerte formative e di riqualificazione”.

In una recente ricerca commissionata dalla Cisl territoriale ai ricercatori della Fondazione Corazzin Stefano Dal Pra Caputo e Francesco Peron, emerge anche il grave problema di ricambio generazionale e di invecchiamento della popolazione. L’indice di vecchiaia, ossia il rapporto fra la popolazione over 65 e quella 0-14 anni è cresciuto moltissimo: a Belluno per gli uomini è passato da 140 del 2010 a 199,2 del 2020. Per le donne, da 222,3 del 2010 a 274,5 del 2020.

La insufficienza di infrastrutture, di politiche di sviluppo e di investimenti sul territorio determina un inesorabile abbandono del territorio e la cronicizzazione di problemi come la mancanza di reti e strutture di assistenza, la scarsità di prospettive di sviluppo e, infine, l’ampliamento delle disuguaglianze.

“Tra qualche settimana - aggiunge Paglini - inviteremo tutti i Sindaci del bellunese ad una conferenza per presentare la ricerca assieme ad Alessia Salvador, responsabile del Coordinamento Donne della Cisl Belluno Treviso. Sarà un’occasione per aprire una discussione propedeutica a costruire il tavolo che tanto invocano tutti da anni. Uno spazio di confronto attivo è più che mai necessario per delineare assieme nuovi scenari di sviluppo della provincia, con una visione di lungo termine, da oggi al 2050, che ponga al centro il lavoro e un modello di crescita non erosivo del patrimonio ambientale”.

In questo quadro, vanno inseriti anche i grandi eventi invernali, dai Mondiali di sci in corso a Cortina ai Giochi Olimpici del 2026, “eventi che devono necessariamente diventare motori capaci di generare ricchezza e lavoro anche una volta conclusi, con progetti e opere in grado di proiettarsi ben oltre la durata dell’evento, attraendo persone e investimenti in maniera permanente. Solo così possono rappresentare una reale occasione di rilancio della montagna”.