22/04/2022

DDL Appalti, l’allarme dei Sindacati: “Senza clausola sociale a rischio decine di migliaia di lavoratori”

Filcams, Fisascat e Uiltucs scrivono alle Istituzioni del territorio: “Chiedete il ripristino della norma”

“Solo nel trevigiano sono decine di migliaia le lavoratrici e i lavoratori esposti al rischio continuo di licenziamento a causa del venir meno della clausola sociale, ovvero dell’obbligo per le ditte che subentrano nella gestione degli appalti di riassumere tutto il personale precedentemente impegnato”.

Lo denunciano i sindacati Filcams CGIL, Fisascat CISL e Uiltucs UIL che nelle prossime ore invieranno ai rappresentanti delle Istituzioni del territorio, dai parlamentari ai consiglieri regionali, provinciali e comunali, un appello perché da ogni sede democratica si intervenga perché la Camera dei deputati ripristini l’obbligo di inserimento delle clausole sociali nei bandi.

“Il Ddl - precisano i segretari generali Alberto Irone (Filcams CGIL), Patrizia Manca (Fisascat CISL) e Massimo Marchetti (Uiltucs UIL) - è il disegno di Legge che delega al Governo la stesura del nuovo Testo Unico in materia di Appalti Pubblici. Il corpo normativo in discussione introduce la facoltà, e non l’obbligo com’è oggi previsto, di inserire clausole sociali nei bandi di gara. Una indicazione che, se confermata avrà ricadute pesantissime per i cosiddetti lavoratori ‘deboli’, coloro che operano negli appalti di servizi ad alta intensità di manodopera, occupati in comparti essenziali come ospedali, strutture socio-sanitarie, scuole, ministeri, uffici pubblici”.

“Con la scusa della semplificazione - puntano il dito i segretari generali - si depotenziano le regole a tutela del lavoro, una sorta di inammissibile liberalizzazione. Con l’eliminazione dell’obbligatorietà, infatti, si lascia la facoltà alle stazioni appaltanti di decidere l’inserimento o meno di questo importante strumento di tutela occupazionale del personale impiegato negli appalti. Se così fosse, a ogni successione di datore di lavoro i lavoratori per servizi in appalto potranno perdere irrimediabilmente la propria occupazione, aggiungendo disoccupazione a precarietà”.

Le Sigle di categoria di CGIL, CISL e UIL unitariamente chiedono dunque a Parlamento e Governo di confermare e non cancellare l’obbligo di inserimento della clausola sociale negli appalti labour intensive.

“Al fine di non ridurre le tutele presenti nell’attuale normativa e impedire che ogni cambio di appalto si trasformi in generale in una perdita per la collettività, la nostra richiesta - chiosano Irone, Manca e Marchetti - è che la Camera dimostri la giusta sensibilità verso le lavoratrici e i lavoratori e ripristini l’obbligo dell’inserimento delle clausole sociali nei bandi di gara da parte dei committenti, a tutela della continuità degli stessi servizi, delle retribuzioni e dell’occupazione di decine di migliaia di trevigiani impiegati in servizi essenziali per il settore socio-sanitario, assistenziale ed educativo”.