30/08/2022

Dolomiti Bus, dichiarato lo stato di agitazione

Il 2 settembre incontro con Prefetto, Provincia e Comune

 

Carenza di autisti e di operai nelle officine e nei magazzini, turni massacranti, contrattazione bloccata dal 2004 e nessuna risposta dall’azienda così come dalla politica locale. Duro atto d’accusa da parte di Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Faisa Cisal territoriali nei confronti della gestione di Dolomiti Bus, l’azienda di trasporto pubblico locale della provincia di Belluno che ha come socio di maggioranza la società Autoguidovie e di minoranza la Provincia. Dichiarato lo stato di agitazione. Il tavolo di conciliazione è stato convocato dal Prefetto venerdì 2 alle 10.30 e vi parteciperanno anche rappresentanti di Comune e Provincia.

“Anche quest’estate - sottolineano in una nota le Organizzazioni Sindacali - l’azienda ha lanciato l’ennesimo grido d’allarme rispetto alla carenza nel trovare personale da destinare al servizio di guida ma non solo. Mancano infatti autisti, certo, ma anche operai in officina, in magazzino e pare vi siano difficoltà anche a reclutare figure di più alta specializzazione. Il grido però fa pari con un silenzio assordante rispetto al perché si sia arrivati a questa situazione non più arginabile. Silenzio colpevole sul perché, quasi quotidianamente, il personale di Dolomiti Bus decida di dimettersi da un’azienda che non dà nessun tipo di risposte alle legittime richieste che i lavoratori, anche attraverso le Organizzazioni Sindacali, pongono con sempre più forza”.

Le richieste sono precise: la revisione della contrattazione interna ferma dal 2004, sia dal punto di vista economico, che dal punto di vista normativo, nell’organizzazione del lavoro. “L’azienda - affermano le sigle sindacali - tace rispetto a turni che ormai non consentono più alcuna conciliazione vita-lavoro, a orari spezzati, a nastri che superano le 12 ore di impegno giornaliero, ad avvicinamenti a casa sempre più spesso negati ‘perché non c’è personale’”.

A dimettersi sono le professionalità più specializzate, i “vecchi autisti” che oggi non trovano più alcuna gratificazione, né economica né professionale. “Tace l’azienda nel non dire di essere costretta a rivolgersi al subaffido, in cui spesso non esiste nemmeno una contrattazione di secondo livello - attaccano i sindacati - , rischiando così di alimentare fenomeni di dumping sociale in cui l’unico costo ancora riducibile pare essere quello del lavoro”.

Ma Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Faisa Cisal puntano il dito anche contro la politica locale “che pare non preoccuparsi davvero del fenomeno e delle ricadute per il territorio e per i propri cittadini”.

Martedi scorso, in commissione turni, l’azienda ha comunicato che il servizio scolastico prevede 112 turni e solo 129 lavoratori (di cui in parte, oggi impegnati in altre mansioni) per coprirli. A 20 giorni dalla ripresa delle scuole mancano almeno 20 autisti per garantire che il servizio possa essere realmente svolto. “Pensando di tranquillizzarci - spiegano i sindacalisti - ci è stato detto che sono state coinvolte le Agenzie per il lavoro. La nostra preoccupazione aumenta: davvero siamo costretti ad affidarci a delle agenzie, a lavoratori che, ammesso si trovino, non conoscono il territorio, verranno necessariamente assegnati nelle zone più agibili costringendo ancora una volta coloro che ancora resistono ad accollarsi trasferte e servizio “tappabuchi”? Ma ci preoccupa anche la situazione dell’officina. Siamo passati da un organico di 18 meccanici circa, alla metà. Ci chiediamo come e a che condizioni possa essere garantita la manutenzione e la riparazione dei mezzi in deposito”.

Infine l’insoddisfazione per l’operato della Provincia, “socia di minoranza dopo la gara a doppio oggetto, che sottoscriverà con Dolomiti Bus il nuovo programma di esercizio per i prossimi 9 anni (+ eventuali 4). Nelle linee guida si parla di servizio flessibile (si tratta forse del servizio a chiamata?), di investimenti, di clausole sociali a tutela dei lavoratori. Peccato però che ad oggi, e malgrado le ripetute richieste, sia mancato qualsiasi vero confronto con le Organizzazioni sindacali a riguardo”.