12/05/2023

Sabato 13 maggio manifestazione unitaria interregionale a Milano

Paglini: “Taglio del cuneo contributivo insoddisfacente sia nel merito che nel metodo: necessarie riforme strutturali per rilanciare il Paese, per questo sabato saremo in piazza”

In 400 da Belluno e Treviso a Milano per partecipare alla manifestazione sindacale unitaria "Per una nuova stagione del lavoro e dei diritti" promossa da Cgil, Cisl e Uil sabato 13 maggio per sostenere le richieste sindacali al Governo e al sistema delle imprese, al fine di ottenere un cambiamento delle politiche industriali, economiche, sociali e occupazionali ritenute inconsistenti e inefficaci.

Una manifestazione che segue quella di sabato scorso a Bologna e che è stata preceduta anche nella Marca da decine di assemblee nei luoghi di lavoro e nelle piazze con i pensionati, con l'obiettivo di informare sulle proposte e favorire la massima partecipazione alla manifestazione.

“L’atteggiamento e i provvedimenti del Governo sono deludenti nel merito e nel merito, a partire dal decreto del Primo Maggio - afferma il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini -. Se davvero si vuole costruire dialogo sociale, si devono affrontare e condividere preventivamente i contenuti degli interventi così come il Governo si era impegnato a fare già dai primi giorni di gennaio dopo l’approvazione della Manovra 2023. Saremo in piazza per difendere il lavoro, i salari e il potere d’acquisto di lavoratori e pensionati. Il taglio al cuneo fiscale è insoddisfacente perché previsto per soli 6 mesi e perché nei fatti si tratta di un taglio relativo ai contributi previdenziali a carico dei lavoratori”. Questo significa che gli stessi lavoratori poi rischiano di pagare più tasse, perché i contributi sono deducibili e all’aumentare dell’esonero sale la base imponibile su cui si applica l’Irpef.

Secondo una stima dell’Ufficio Studi della Cisl Belluno Treviso, nella Marca i lavoratori dipendenti coinvolti dal taglio al cuneo - quindi con reddito lordo sotto i 35mila euro - sono poco meno di 320mila (319.543), l’85% di chi ha lavorato almeno un giorno durante l’anno (376.921, fonte INPS/MEF).

Secondo la proiezione dell’Ufficio Studi della Cisl, il nuovo taglio del cuneo porterà nelle tasche dei lavoratori dipendenti una cifra netta mensile tra i 50 e i 97 euro da luglio a dicembre di quest'anno: 50 euro netti in più in busta paga per i redditi fino a 15mila euro ovvero il 34% dei contribuenti lavoratori dipendenti (130mila in provincia di Treviso secondo la stima); 72 euro per i redditi fra 15 e 20mila euro (12% dei dipendenti, pari a 44.800 lavoratori); 90 per la fascia 20-25mila (16%, 60mila); 95 per 25-29mila (14,5%, 55mila); 97 euro per redditi fra 30 e 35 mila che rappresentano poco più dell’8% (31.700 lavoratori) sul totale dei redditi.

“Il taglio del cuneo contributivo - commenta Massimiliano Paglini, segretario generale della Cisl Belluno Treviso - così come definito è insoddisfacente, perché riteniamo che debba essere un taglio strutturale e non per soli 6 mesi, in quanto veniamo da anni in cui il carico fiscale e contributivo che grava sul lavoro dipendente è stato fortemente squilibrato rispetto al lavoro autonomo e alle imprese. Uno squilibrio a cui si è aggiunta la spirale inflazionistica che sta mettendo in ginocchio lavoratori e famiglie. La dinamica inflattiva non si raffredderà entro sei mesi e comunque non è possibile pensare che si facciano tagli al cuneo solo per sei mesi mentre extraprofitti su energia, farmaceutica e finanza mantengano sempre lo stesso prelievo fiscale; sulle rendite finanziarie, inoltre, non è previsto nulla, così come, ed è ancor più grave, non c’è nulla per la lotta all’evasione fiscale”.

Molte le questioni che i sindacati confederali porteranno in piazza sabato: il rinnovo dei contratti, la tassazione degli extraprofitti e delle rendite finanziarie, la lotta all’evasione fiscale per liberare risorse per il sistema socio-sanitario pubblico, per la scuola pubblica e per il sociale, la riforma del fisco e del sistema previdenziale, la protezione dei giovani dal lavoro precario e mal pagato.