16/06/2023

“La partecipazione al lavoro”: al via anche nelle province di Treviso e Belluno la raccolta firme

Proposta di legge di iniziativa popolare per la partecipazione attiva dei lavoratori nella gestione delle imprese. A Tarzo il confronto della Cisl con Tiziano Treu, Alberto Berrini e Maurizio Castro. Conclusioni della segretaria nazionale Cisl Daniela Fumarola

 

Partecipazione attiva dei lavoratori nella gestione delle imprese. Sul tema si sono confrontati oggi a Tarzo i vertici della Cisl territoriale e nazionale con l’economista Alberto Berrini e l’esperto di relazioni industriali Maurizio Castro, con un contributo video dell’ex ministro Tiziano Treu. La questione della partecipazione è centrale per la Cisl, che lo scorso aprile ha depositato una proposta di legge di iniziativa popolare per dare attuazione all’articolo 46 della Costituzione italiana, che riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle aziende. Dal 26 giugno sarà possibile firmare in tutte le sedi municipali delle province di Treviso e Belluno per sostenere l’iniziativa.

Per il sindacato di via Po, la partecipazione dei lavoratori alle imprese non è solo il vettore di uno sviluppo economico, ma anche un mezzo per la realizzazione di un progresso sociale, un traguardo necessario per il completamento della democrazia. In un contesto sociale e politico come quello attuale, in cui forte è l'esigenza di innovare le relazioni sindacali e la contrattazione, la legge può produrre effetti positivi per tutti: aumento dei salari, qualità e stabilità del lavoro, maggiore produttività e competitività, sostenibilità sociale, zero delocalizzazioni, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, investimenti, coesione sociale, rientro delle imprese dall’estero.

La proposta di legge depositata lo scorso aprile alla Corte di Cassazione di Roma prevede forme di partecipazione a diversi livelli: gestionale, con la definizione di forme di cogestione nei consigli di sorveglianza e nei consigli di amministrazione; finanziaria, per normare la distribuzione degli utili ai lavoratori, disciplinando anche l’accesso contrattuale dei dipendenti a piani di azionariato diffuso e prevedendo la possibilità da parte degli azionisti-lavoratori di affidare i diritti di voto a specifici trust, per la gestione collettiva dei diritti derivanti dalla partecipazione finanziaria; organizzativa, prevedendo un meccanismo premiale per le imprese che coinvolgano i lavoratori in progetti innovativi e per i dipendenti che si impegnino a contribuire all’innovazione e all’efficientamento dei processi produttivi; consultiva, disciplinando le diverse ipotesi in cui le rappresentanze sindacali unitarie o le rappresentanze sindacali aziendali hanno diritto ad essere consultate in via preventiva e obbligatoria.

“La Cisl ritiene sia giunto il momento di riconoscere il diritto ai lavoratori e alle lavoratrici di collaborare, come avevano previsto i Padri costituenti, alla gestione delle aziende, con responsabilità e competenza, per cambiare prospettiva nella creazione e distribuzione del valore e ritrovare la strada della crescita e dello sviluppo - ha sottolineato nella sua relazione introduttiva il segretario generale della Cisl Belluno Treviso Massimiliano Paglini -. Non possiamo sapere se sarà un sistema perfetto, ma di sicuro quello della partecipazione è un modello di sviluppo e di distribuzione della ricchezza prodotta, che ha esperienze importanti nel nord Europa. Molto dipenderà, attraverso la contrattazione, dalla capacità di definire forme partecipative bilanciate e di garanzia per tutti i soggetti portatori di interesse e dalle facoltà e dagli strumenti che si vorranno destinare ai rappresentanti dei lavoratori nei sistemi di partecipazione e di governance delle aziende o nei processi organizzativi”.

Il convegno è stato aperto dai saluti del sindaco di Tarzo Gianangelo Bof, dalla relazione di Paglini e dal videomessaggio del giuslavorista ed ex presidente del Cnel Tiziano Treu, che ha sottolineato che “l’iniziativa promossa dalla Cisl ha il valore di un rilancio delle ipotesi partecipative. Un significato positivo anzitutto per i contenuti innovativi di metodo normativo e di merito, che sfidano le istituzioni e le parti sociali. La proposta è tanto più rilevante, perché si colloca in un momento storico di grandi trasformazioni economiche e sociali aperte a molte opportunità e ad altrettanti rischi. Ad affrontarle con successo non bastano piccoli aggiustamenti nelle regole e nelle prassi ricevute dal passato che sono state costruite su categorie e presupposti non più attuali. Serve la capacità di ricercare strade nuove anzitutto nelle materie del lavoro e dell’impresa che sono direttamente investite dai rivolgimenti in atto”.

Per l’economista Alberto Berrini, “la partecipazione non è uno dei temi ma il tema, perché affronta come rendere compatibili democrazia e capitalismo e, assieme alla questione del rapporto fra crescita e distribuzione, è un nodo cruciale per lo sviluppo del Paese.” “La partecipazione - ha detto l’economista, che ha contestualizzato la proposta della Cisl nell’attuale situazione socio-economica e geopolitica - è un passo in avanti della contrattazione e necessita di un quadro normativo che la regoli. La Cisl ha scelto storicamente come suo orizzonte strategico la partecipazione, la proposta di legge è solo l’ultimo passo di un lungo percorso”.

Maurizio Castro, manager esperto di relazioni industriali: “La partecipazione oggi non solo è auspicata, ma è necessaria. Ci sono due movimenti, uno di carattere normativo e uno di carattere competitivo, che rendono evidente la necessità della partecipazione. C’è un cammino normativo che a livello europeo e italiano porta l’attenzione verso la responsabilità sociale dell’impresa e verso una governance aperta, plurale e partecipata, con ruolo da protagonista della parte sindacale. In un mondo delle imprese e in un mercato sempre più complesso, va detto che l’unico modo per governare la complessità è la partecipazione”.

“Partecipare conviene - ha detto la segretaria Cisl nazionale Daniela Fumarola -. Nelle esperienze già presenti nel nostro Paese è dimostrato che una governance condivisa garantisce salari più alti, una contrattazione più a dimensione di lavoratore e impresa, maggiore sicurezza, più innovazione e permette di gestire meglio le crisi aziendali ed evitare delocalizzazioni. Tutto questo va realizzato attraverso la contrattazione e nuove relazioni sindacali che devono rispondere alle aspettative del mondo dell’impresa e quello dei lavoratori. Nell’articolo 46 della Costituzione ci sono due termini: il diritto dei lavoratori a partecipare e a farlo in armonia con le imprese”.