3/07/2024

Ipotesi contratti di solidarietà fino al 40% per mille lavoratori. No di Femca

Boato: "Si chiedono sacrifici ai lavoratori senza presentare loro un piano industriale"

No unitario e deciso di Femca, Filctem e Uiltec all’ipotesi dei contratti di solidarietà fino al 40% in Benetton. È l’esito dell’incontro di martedì nel quartier generale di Ponzano Veneto di Benetton Group fra Rsu, rappresentanti sindacali e vertici aziendali.

La storica impresa di abbigliamento fondata dalla famiglia Benetton nel 1965 naviga in acque tormentate da anni, appesantita da perdite di bilancio importanti - 230 milioni di euro nel 2023 - e difficoltà a rimanere competitiva in un mercato globale sempre più complesso e in continua evoluzione.

Claudio Sforza, l’amministratore delegato nominato dopo la fuoriuscita di Massimo Renon, finito nel mirino del patron del Gruppo Luciano Benetton per scelte definite “poco trasparenti”, al suo insediamento poco meno di un mese fa aveva assicurato che non ci sarebbero stati licenziamenti, nonostante le difficoltà, dichiarando “il ricorso ad ammortizzatori sociali consueti: solidarietà ed esodi agevolati”, la possibilità di chiudere alcuni punti vendita e un impegno per migliorare il rapporto qualità-prezzo dei capi.

Nel corso della riunione di martedì, l’annuncio: non solo la direzione ha comunicato la chiusura totale degli uffici di Ponzano e Castrette tutti i venerdì dal 12 luglio al 3 agosto, ma ha anche espresso la necessità di utilizzare i contratti di solidarietà fino a un limite del 40% individuale per tutti i lavoratori con esclusione dei reparti dell’imballo, dei capi piegati, dei capi appesi e dell’e-commerce, a partire dal 23 agosto per un periodo di 6 mesi prorogabile, ragionando comunque anche su un accordo di uscite incentivate estendendo la platea anche a dipendenti lontani più di 24 mesi dalla data del pensionamento.

“Una proposta penalizzante quella della solidarietà al 40% - spiega Gianni Boato della Femca Belluno Treviso -: si chiedono sacrifici ai lavoratori senza presentare loro un piano industriale né illustrare i progetti che si intendono mettere in campo per rilanciare l’azienda. Il nuovo amministratore delegato aveva annunciato che avrebbe agito su tre filoni: i canali distributivi, le operation e il rapporto qualità-prezzo. Ad oggi però ci ha solo fatto pervenire la richiesta di solidarietà per mille dipendenti e questo è inaccettabile”.

La questione sarà al centro di un nuovo vertice il 15 luglio. Dal giorno dopo le assemblee con i lavoratori. Le organizzazioni sindacali ritengono eccessiva l'applicazione della solidarietà al 40% e puntano innanzitutto a ridurne l'incidenza, in termini di percentuale e di numero di interessati. Ma non solo. “Chiediamo meno giornate di solidarietà - afferma Boato - e l'integrazione salariale al 100%. E trasparenza sul piano industriale”.
Rispetto alla ristrutturazione della rete commerciale, le chiusure di punti vendita riguarderanno in prima battuta negozi non profittevoli collocati all'estero, e solo successivamente ed eventualmente sedi in Italia. Il personale degli uffici che rimarranno chiusi nei venerdì delle prossime settimane sarà in smart working.