17/02/2012

Precari alla Recus di Villorba, la Cisl denuncia: contratti non rinnovati a chi si è rivolto al sindacato

50 co.co.pro con oneri (ma non onori) da dipendenti

Precari alla Recus di Villorba, la Cisl denuncia
Contratti non rinnovati a chi si è rivolto al sindacato

La contraddizione di un'azienda che recupera crediti - diritti altrui - ma non garantisce quelli dei propri lavoratori

Treviso - Contratti precari (co.co.pro) e mansioni fisse: orari vincolanti, obbligo di sottostare all'autorità disciplinare dei capi ufficio e di comunicare ferie e permessi, postazione lavorativa in sede, retribuzione minima e variabile a discrezione dell'azienda. La Cisl di Treviso denuncia la situazione di scarso rispetto per i diritti dei lavoratori e di uso improprio dei contratti a progetto dei 50 lavoratori inquadrati come co.co.pro. alla Recus di Villorba, azienda che opera nel settore del recupero creditizio per conto terzi con varie sedi in Italia (Villorba e Sassari) e all'estero (Romania). Alcuni lavoratori, dopo essersi rivolti al sindacato nel tentativo di far valere i propri diritti, sono stati lasciati a casa: il loro contratto, in scadenza il 31 dicembre 2011, non è stato rinnovato. I lavoratori, che si sono rivolti alla Cisl trevigiana conferendo delega sindacale per procedere ad una mediazione con l'azienda per far rispettare i vincoli contrattuali sottoscritti, denunciano, oltre alla natura subordinata del loro rapporto di lavoro, la violazione del legittimo diritto a farsi rappresentare sindacalmente.

"Nonostante i numerosi tentativi intrapresi dalla Cisl per trovare un'intesa - afferma Simone Botti, referente del sindacato trevigiano per i lavoratori atipici - la Recus ha deciso di andare per la sua strada continuando a calpestare i diritti minimi dei lavoratori. Va fatto notare che fin dai primi incontri, avvenuti in dicembre e con la mediazione di Unindustria, essendo Recus una sua associata, abbiamo chiesto la conferma dei contratti in scadenza e il mantenimento del sistema retributivo in vigore nel 2011". Di tutta risposta, l'azienda ha modificato il contratto alzando gli obiettivi e diminuendo il compenso minimo e non ha confermato i lavoratori che si erano rivolti al sindacato. Nessuna positiva risposta poi alle successive richieste da parte della Cisl di reintegrare i lavoratori precari non riconfermati. Da qui la decisione di denunciare la situazione e l'uso improprio dei contratti a progetto alle autorità competenti e preposte per i controlli.

La Recus è tra le prime aziende italiane che operano nella riscossione del credito per conto terzi. Tra i molti clienti vi sono importanti società e aziende, tra la quali Seat Pagine Gialle, Deutsche Bank ed Enel. Recentemente, in conseguenza all'aumento del fatturato, ha mutato la sua ragione sociale da S.r.l. a società per azioni. La sede di Villorba impiega circa 60 lavoratori, 50 dei quali inquadrati con contratti a progetto che si occupano del recupero dei crediti mediante attività di call center: il lavoro fondamentale dell'azienda, l'oggetto sociale della Recus, viene svolto da operatori precari con contratto a progetto. Il rispetto del contratto, secondo gli operatori, è puramente formale: nonostante la certificazione rilasciata dal Centro Studi Marco Biagi dell'Università di Modena, i fatti esposti dai lavoratori raccontano una storia diversa.

L'autonomia citata nel contratto è puramente virtuale, i lavoratori sono costretti a seguire orari vincolanti, a sottostare all'autorità disciplinare dei team leader (capi ufficio), a godere di una pausa massima di 10 minuti ogni due ore di lavoro, a sottoscrivere un preciso calendario di ferie e permessi, ad accettare mansioni predeterminate che vengono successivamente sottratte secondo l'arbitrio dell'azienda, ad effettuare un numero considerevole di tentativi telefonici dai quali dipende lo stipendio, a lavorare il sabato per garantire un compenso minimo. Si tratta di circostanze che caratterizzano un rapporto di lavoro subordinato e non a progetto. Va detto che già nel giugno 2011 due ex collaboratrici a progetto della Recus si erano rivolte all'Ufficio Contenzioso della Cisl per procedere all'impugnazione dei contratti reputati di tipo subordinato.

"Questa vicenda - afferma Franco Lorenzon, segretario generale della Cisl di Treviso - colpisce lavoratori precari già sottoposti al ricatto del ‘o così o vai a casa'. Ciò che questa azienda sottrae ai propri dipendenti è soprattutto la libertà e la dignità; non appena si è sparsa la voce che alcuni lavoratori avevano contattato il sindacato, si sono messe in moto minacce volte a scoraggiare l'adesione. Le minacce si sono concretizzate alla scadenza dei contratti: i collaboratori sospettati di essersi rivolti al sindacato sono stati lasciati a casa. Questo fatto, le condizioni di lavoro e di mancanza di diritti dei lavoratori a progetto sono per noi intollerabili: se le aziende pensano di affrontare le sfide dell'oggi e del domani sacrificando i diritti minimi e non negoziabili delle nuove generazioni siamo destinati a finire davvero male".

Treviso, 17 febbraio 2012

Cisl Treviso
Ufficio Stampa