6/09/2012

Sciopero a oltranza per i 118 dipendenti della Panto

Tre mensilità arretrate di stipendio e nessuna notizia sul piano industriale per rilanciare l'azienda

Sciopero a oltranza per i 118 dipendenti della Panto

Orrù (Filca Cisl): "Presidio finché non avremo risposte accettabili"

Treviso - Sciopero a oltranza da questa mattina, giovedì 6 settembre, per i 118 dipendenti della Panto. Operai e impiegati reclamano gli ultimi tre mesi di stipendio e metà della tredicesima, ma anche certezze sul loro futuro e su quello della storica azienda di serramenti di San Biagio di Callalta.

Lo sciopero è stato proclamato questa mattina al termine di un'assemblea sindacale con tutti i lavoratori, nel corso della quale le parti sindacali hanno illustrato l'esito dell'incontro avvenuto poco prima con l'amministratore delegato della Panto. "Lo scorso luglio - sottolinea Francesco Orrù, segretario generale della Filca Cisl di Treviso - abbiamo incontrato la proprietà dell'azienda: in quell'occasione, aveva assicurato che avrebbe rifinanziato l'impresa entro la fine di luglio. Questa mattina, nel corso dell'incontro formale con l'amministratore delegato della Panto, le parti sindacali hanno chiesto notizia sugli arretrati e sul piano industriale per rilanciare l'azienda, ma non ci è stata data nessuna risposta. Di fatto, le promesse fatte dalla proprietà non sono state mantenute".

Informati i lavoratori del nulla di fatto, la decisione è stata unanime: sciopero a oltranza, con presenza in azienda in assemblea permanente. Dipendenti e sindacati hanno dato vita a un presidio che terminerà alle ore 17. Domani si replica, dalle 8, dopodomani idem. "Siamo pronti - prosegue Orrù - a interrompere lo sciopero non appena arriveranno risposte concrete e accettabili sul futuro dei lavoratori e dell'impresa stessa. E siamo seriamente preoccupati per i lavoratori, per le loro famiglie, per l'indotto e per il territorio. I lavoratori, dall'inizio dell'anno fino ad oggi, hanno dimostrato la massima disponibilità perché hanno continuato a lavorare anche se non venivano pagati: hanno dato dimostrazione di grande attaccamento all'azienda, il cui fatturato è passato dai 13 milioni del 2011 agli 8/9 milioni con cui chiuderà il 2012. Ma dopo tre mesi di lavoro gratis, molti non sanno più come pagare il mutuo né hanno i soldi per la benzina per raggiungere la sede di lavoro. La Filca Cisl sta con i lavoratori: non li lasceremo soli finché questa vicenda non si chiuderà positivamente".

Treviso, 6 settembre 2012

Cisl Treviso
Ufficio Stampa