18/09/2012

Crisi: 5.384 licenziamenti dall'inizio dell'anno, con una media di 673 lavoratori messi in mobilità ogni mese nella Marca

Crisi: 5.384 licenziamenti dall'inizio dell'anno

Calvagna: "Lavorare in sinergia per la riprogrammazione dello sviluppo produttivo"

Treviso - 5.384 licenziamenti dall'inizio dell'anno, con una media di 673 lavoratori messi in mobilità ogni mese in provincia di Treviso e un livello di sofferenza elevatissimo nelle piccole imprese. La Cisl di Treviso lancia un nuovo allarme sulla disoccupazione nella Marca trevigiana. Sono ben 3.766 i lavoratori delle piccole imprese che hanno perso il lavoro nei primi 8 mesi dell'anno; 1.618 i lavoratori messi in mobilità dalle grandi aziende. Nei mesi di luglio e agosto sono stati persi 1.087 posti di lavoro.

"Purtroppo - commenta Alfio Calvagna, segretario della Cisl di Treviso - si conferma la previsione pessimistica che avevamo fatto lo scorso luglio, cioè la chiusura del 2012 con circa 8.000 licenziamenti". La cassa integrazione, nel mese di agosto, ha registrato una forte diminuzione (-88% per la Cig ordinaria, -64% per la straordinaria, -32% per la Cig in deroga per un totale di 942.896 ore richieste e autorizzate). Un dato che la Cisl spiega così: "E' l'effetto del perdurare della crisi - ammette Calvagna -: le ore di Cassa integrazione calano perché le aziende non hanno più possibilità di accesso agli ammortizzatori e ricorrono alla messa in mobilità dei lavoratori".

Ma c'è un altro dato particolarmente preoccupante, ed è quello che riguarda le dichiarazioni di immediata disponibilità a lavorare rilasciate nel mese di agosto: sono ben 3.304, contro i 1.900 di luglio e i 1.662 di giugno, i lavoratori che nel solo mese di agosto si sono recati agli sportelli del Centro per l'impiego della Provincia per dare la propria immediata disponibilità a lavorare. "Un dato così alto - afferma il segretario della Cisl - non s'era mai registrato in provincia di Treviso: il record risaliva al mese di gennaio, ma comunque era pari a 2.911 dichiarazioni. A pesare su questo numero ci sono i lavoratori delle piccole imprese industriali e artigiane prevalentemente dei settori manifatturieri tradizionali e dell'edilizia, che è il comparto ad oggi più pesantemente colpito dalla crisi".

"Oggi più che mai - conclude Calvagna - occorre lavorare in sinergia per la riprogrammazione dello sviluppo produttivo, mettendo al primo posto dell'agenda politica un confronto tra tutti i soggetti capaci di ‘fare sistema' sul futuro del comparto produttivo provinciale, individuandone gli evidenti limiti e delineando le vie di soluzione".

Treviso, 18 settembre 2012

Cisl Treviso
Ufficio Stampa