10/10/2012

Crisi, Lorenzon: "Spontaneità non basta, serve tavolo provinciale"

La proposta del segretario generale della Cisl di Treviso al Consiglio Generale 

Crisi, lavoro e ruolo del sindacato, Lorenzon: "Serve un tavolo provinciale composto da tutti i soggetti capaci di fare sistema per delineare la riorganizzazione del sistema produttivo trevigiano"

Solidarietà: consegnati 10 mila euro alla Cisl di Modena per la ricostruzione post terremoto

Treviso - "Per affrontare le conseguenze della crisi serve riprogrammare lo sviluppo produttivo del nostro territorio con l'apporto di tutti: istituzioni, politica, enti locali, associazioni di rappresentanza, Camera di commercio, università. Serve un tavolo provinciale composto da tutti i soggetti capaci di fare sistema per delineare e sostenere la riorganizzazione del sistema produttivo trevigiano". Franco Lorenzon, segretario generale della Cisl di Treviso rilancia al Consiglio generale svoltosi oggi, mercoledì 10 ottobre, all'Hotel Maggior Consiglio di Treviso, l'urgente necessità dell'avvio di un confronto serrato fra tutti gli attori sociali e istituzionali in grado di portare il loro contributo per affrontare la "crisi di sistema" che stiamo attraversando. La proposta è stata ribadita oggi di fronte ad una platea di oltre 400 persone fra segretari di categoria, membri dei direttivi, delegati in azienda, operatori e rappresentanti degli enti e delle associazioni Cisl. Presente anche William Ballotta, segretario generale della Cisl di Modena, una delle province colpite dal sisma della scorsa primavera. A Ballotta il segretario trevigiano ha consegnato la somma di 10 mila euro, raccolta da giugno ad oggi dalla Cisl grazie ad una sottoscrizione fra i lavoratori e il contributo delle categorie e della segreteria Cisl di Treviso per dare un contributo concreto alla ricostruzione e alla ripresa delle attività.

"Nel nostro territorio - spiega Lorenzon - la crisi economica si è manifestata soprattutto nel comparto manifatturiero. Per dare un dato, mentre nel 2009 il Pil nazionale in Italia si riduceva del 5%, a Treviso cedeva di oltre il 6%, a causa della rilevante presenza di un manifatturiero che ha subito perdite collocate tra il 20 e il 30%. Oggi la crisi sta andando al di là della somma delle crisi aziendali che si susseguono ormai senza soluzione di continuità. Si tratta di una crisi dell'intero sistema manifatturiero locale, che dopo i fasti di un successo ottenuto grazie alla diffusa e spontanea capacità imprenditoriale e disponibilità della manodopera, ora ha bisogno di essere ripensato e riprogrammato".

"La spontaneità non basta più - prosegue il segretario generale della Cisl di Treviso - e se è vero che la crisi farà una rigorosa selezione tra chi è vero imprenditore e chi non lo è, è altrettanto vero che una politica degna di questo nome non può attendere passivamente che passi la tempesta, perché rischiamo di ritrovarci fra non molto con un pugno di mosche in mano. Per questo è necessario - e la Cisl trevigiana lo rivendica con forza - che tutti i soggetti politici, istituzionali e associativi locali si trovino assieme per delineare l'evoluzione del nostro sistema produttivo e territoriale. Su questa linea ci siamo mossi da tempo, come dimostra l'intesa con Unindustria sulla rimodulazione e innovazione delle relazioni industriali e contrattuali locali e il patto con Confcommercio e le altre associazioni dell'artigianato, della cooperazione e dell'agricoltura, sull'evoluzione di nuovi insediamenti produttivi e commerciali nella nostra provincia, per citare due esempi".

Su temi di stretta attualità, a partire dalla legge di stabilità approvata martedì, è intervenuto Maurizio Petriccioli, segretario confederale della Cisl: "E' una legge - spiega Petriccioli - che racchiude alcune misure inaccettabili per il sindacato che vive di contrattazione, ad esempio il blocco dei contratti del pubblico impiego, e i tagli sulla sanità, ma che ha anche aspetti positivi come l'introduzione da subito della tassa sulle transazioni finanziarie e la riduzione di un punto di Irpef dal primo gennaio 2013 sia per la fascia di reddito fino a 15 mila euro che per quella fino a 28 mila euro: questo rimette in circolo un po' di risorse per lavoratori e pensionati". Sugli esodati, infine, la Cisl non fa sconti: "Non molliamo - conclude il segretario confederale - andremo avanti fino a garantire a tutte le persone che si erano fidate di una legge dello Stato a novembre 2011 e avevano firmato accordi la possibilità di andare in pensione con le regole presenti nel momento in cui questi accordi sono stati firmati".

Treviso, 10 ottobre 2012

Cisl Treviso
Ufficio Stampa