8/11/2012

Sindacati trevigiani e Comuni: confronto su risparmio ed efficienza

Cgil, Cisl e Uil e le Federazioni dei Pensionati hanno incontrato 93 Sindaci su 95

I risultati degli incontri Comuni-sindacati: impegno condiviso per escludere alcuni investimenti dal Patto di stabilità, Isee sempre più diffuso, promossa l'associazione fra piccoli Comuni

Treviso - 93 Comuni incontrati (su 95), 56 documenti di condivisione degli indirizzi e 16 verbali di incontro di contenuto firmati. Sono alcuni dei risultati degli incontri che Cgil, Cisl e Uil Treviso e le rispettive Federazioni dei Pensionati hanno avuto dall'inizio dell'anno con sindaci e assessori dei Comuni della Marca trevigiana per presentare proposte e individuare assieme strategie nel segno del risparmio e dell'efficienza. Da oltre 10 anni, infatti, i rappresentanti dei Pensionati incontrano i Comuni della Marca per discutere e concordare assieme scelte in materia di fiscalità, servizi alla persona e alla famiglia, di territorio e ambiente, con l'obiettivo di poter socialmente assicurare ai cittadini prestazioni e servizi di qualità e a fiscalità agevolata. Gli esiti degli incontri sono stati presentati questa mattina, giovedì 8 novembre, nella sede dell'Associazione Comuni della Marca trevigiana, da Franco Lorenzon, segretario generale Cisl Treviso, Francesco Rorato, segretario generale Fnp Cisl, Giacomo Vendrame, segretario generale Cgil Treviso, Italo Improta, segretario Spi Cgil Treviso, Antonio Confortin, segretario generale Uil Treviso e Sergio Tonellato, segretario generale Pensionati Uil Treviso. Presente anche il vicepresidente dell'Associazione Comuni della Marca Mario Frasson.

In generale, è stata confermata la disponibilità e l'apertura delle Amministrazioni Comunali, soprattutto su due punti: la necessità di contenere i costi attraverso l'associazione fra diversi Comuni e l'urgenza di modificare il patto di stabilità. In particolare, molti Sindaci chiedono ai sindacati di concretizzare e di condividere insieme alcuni investimenti da escludere dal patto di stabilità, come i costi per mettere in sicurezza antisismica gli edifici pubblici, a partire dalle scuole, ma anche gli investimenti per mettere in sicurezza il territorio da esondazioni e alluvioni, e nelle aree di collina o montagna, anche dal rischio frane, e le assunzioni di personale dei Comuni per gli incarichi di lotta all'evasione fiscale.

Quattro i macro-temi entro cui sono state definite le proposte dei sindacati trevigiani ai Comuni: legalità (maggiore impegno nella lotta all'evasione, anche attraverso convenzioni con l'Agenzia delle Entrate e regole più rigide a garantire la qualità del lavoro di chi vince gli appalti per i servizi alla persona), equità (applicazione sistematica dello strumento dell'Isee per la determinazione di tutti i servizi comunali e delle tariffe applicate dalle multiutilities) politiche per la casa (social housing, contratti d'affitto agevolati) e razionalizzazione dei costi (funzioni associate fra i Comuni).

Sul fronte della legalità, spiegano i rappresentanti dei Pensionati, "nessun Comune si è tirato indietro alle nostre richieste di maggiori controlli sulla legalità, anche se va detto che in questo periodo di crisi gli investimenti pubblici in opere pubbliche si sono di molto ridotti". Meno positivo il risultato relativo alla lotta all'evasione fiscale: solo una ventina di Sindaci intende fare la convenzione con la Agenzia delle Entrate sia sui controlli Isee sia sulla lotta all'evasione fiscale, mentre altri 15 non ritengono sia loro compito. In tema di equità, i sindacati hanno registrato un miglioramento del clima di accettazione dello strumento dell'Isee, che però non è ancora esteso al 100% dei servizi erogati dai Comuni. Restano interamente escluse dall'Isee le rette delle scuole materne e degli asili nido privati (che sono in gran parte dei casi gestiti dalle parrocchie). Sull'addizionale comunale Irpef, la richiesta delle sigle sindacali per tutelare i cittadini meno abbienti è quella di rendere progressive anche le aliquote comunali (23 Comuni hanno già deciso in tal senso).

In materia di IMU, si è registrata una grande varietà di comportamenti. In generale sono state adottate le aliquote standard (0.40% per la abitazione principale, 0.20% per i fabbricati rurali e 0.76% per gli altri fabbricati, dalle seconde case a quelli produttivi). In particolare, 63 Comuni applicano le aliquote medie previste dalla legge, 5 hanno aumentato l'aliquota della prima casa (Miane, Paderno del Grappa, San Zenone, Vidor, Vedelago e Zero Branco), 2 l'hanno diminuita (Segusino allo 0,30% e Castello di Godego allo 0,35%), 13 Comuni hanno aumentato l'aliquota solo alle altre abitazioni (da un minimo di 0,78% a un massimo di 0,90%), mentre altri 12 hanno aumentato l'aliquota sia della abitazione principale che delle altre abitazioni.

Il tema delle politiche per la casa è direttamente legato a quello della razionalizzazione dei costi: allo stato attuale, non ci sono risorse destinabili a questo obiettivo. Nei Comuni più piccoli non ci sono le condizioni per nessuna iniziativa: solo mettendosi insieme a livello di area vasta (Unione o Federazione di Comuni) si potrebbe fare qualcosa. Per una razionalizzazione e contenimento dei costi, la maggioranza dei Comuni è infine più propensa alle convenzioni di gestione associate dei servizi che ad una unione fra i Comuni.

 

Treviso, 8 novembre 2012

Cisl Treviso
Ufficio Stampa